Di Francesca Bottini | 9 Settembre 2010
Il pomodoro è un vero toccasana nella dieta di un uomo: protegge dal rischio di cancro alla prostata, ma solo se consumato cotto e intero con buccia e semi compresi. Ecco il risultato della ricerca dell’Università di Chieti (sezione Centro Scienze per l’Invecchiamento), in collaborazione con l’università Federico II (di Napoli), diretto da Manuela Iezzi che è anche stata pubblicata su “Cancer Prevention Research”. La ricerca è stata svolta su topi di laboratorio, geneticamente modificati per avere uno stato di tumore alla prostata e divisi in due gruppi.
Il primo è stato alimentato con estratto di pomodoro cotto ciliegino per un 10% della dieta mentre il secondo gruppo no.
Gli scienziati hanno poi osservato le cavie e hanno visto come nel primo gruppo il tumore si sia evoluto più lentamente e il tasso di sopravvivenza è aumentato dall’11 % al 67%. Il pomodoro sarebbe anche ottimo per stimolare l’attività antiossidante e sarebbe anche stata visibile una minore presenza dei marcatori dell’infiammazione.
Il pomodoro è quindi un vero toccasana e gli antiossidanti che contiene, come il licopene possono essere un validissimo aiuto nella lotta al tumore alla prostata.
“Abbiamo appurato che una dieta arricchita con pomodoro intero, specie se cotto e con la buccia, come accade nelle più tipiche preparazioni della cucina mediterranea, riduce lo sviluppo dei tumori della prostata e i fattori infiammatori coinvolti nel processo tumorale. Molto più di quanto può accadere assumendo un solo componente, come il licopene” commenta la direttrice dello studio.
Ma conclude precisando che: “L’indagine è stata finanziata da programmi di ricerca di sviluppo industriale che vedono la collaborazione del settore pubblico e di alcune aziende alimentari ed è servita, fra l’altro, a provare che non tutte le preparazioni e non tutte le qualità di pomodoro offrono gli stessi benefici in termini di chemioprevenzione”.
Parole di Francesca Bottini