Diabete mellito: sintomi e dieta da seguire

Il diabete mellito: una patologia che, nelle sue varie forme, riguarda il 5-6% della popolazione generale. Scopriamo insieme di cosa si tratta, inquadrando i sintomi e le misure dietetiche da adottare per tenere sotto controllo il problema.

Diabete mellito: sintomi e dieta da seguire

Diabete mellito (o più semplicemente DM) è un termine utilizzato per definire un serie di disturbi del metabolismo, per i quali il pancreas non produce o produce una quantità ridotta dell’ormone insulina, o ancora, l’insulina viene prodotta regolarmente, ma le cellule non riescono ad utilizzarla in modo efficace. In condizioni normali, grazie all’azione dell’insulina, il glucosio viene immagazzinato nelle cellule dell’organismo per soddisfarne il fabbisogno energetico, ma anche nel fegato, nei muscoli e nel tessuto adiposo come materiale di riserva. Nei pazienti affetti da DM – vista la mancata produzione o l’azione inefficace dell’insulina – i livelli di glucosio nel sangue possono crescere in modo anomalo, dando origine ai tipici sintomi della malattia. Scopriamoli insieme.

I sintomi del diabete mellito

 
Come specificato all’inizio, quando si parla di diabete mellito non ci si riferisce ad una singola patologia, ma ad alcuni disturbi del metabolismo. I più comuni sono il diabete insulino-dipendente e il diabete non insulino-dipendente.

 
Il primo, conosciuto anche come diabete di tipo 1, è la forma più grave e fortunatamente più rara: colpisce prevalentemente le persone al di sotto dei 35 anni di età. Nel diabete di tipo 1, le cellule del pancreas adibite alla produzione dell’insulina vengono distrutte, probabilmente a seguito di una risposta immunitaria anomala scaturita da un’infezione virale. Il pancreas produce solo una quantità irrisoria di insulina o non ne produce affatto. Il paziente, per poter sopravvivere, deve quindi reintegrare l’insulina attraverso iniezioni quotidiane. I sintomi si manifestano in modo piuttosto rapido e comprendono: sete intensa, eccessiva produzione di urina, fame, dimagrimento, visione offuscata e senso di profonda stanchezza. Se l’insulina non viene reintegrata quotidianamente, la malattia può portare al coma e quindi al decesso del paziente.

 
Il diabete non insulino-dipendente, più conosciuto come diabete di tipo 2, è la forma di DM più diffusa (riguarda il 90% dei pazienti diabetici). Normalmente, la patologia ha esordio graduale e interessa i soggetti che hanno varcato la soglia dei quarant’anni di età. Generalmente nel diabete di tipo 2, il pancreas produce insulina, ma le cellule dell’organismo, per diverse ragioni, non sono in grado di utilizzare l’ormone come dovrebbero. In tal senso, si parla di effetto di insulino-resistenza, per il quale le quantità fisiologiche di insulina producono una risposta biologica ridotta. I sintomi del disturbo si manifestano gradualmente e comprendono senso di stanchezza o malessere generalizzato, eccessivo bisogno di urinare (soprattutto durante le ore notturne), sete inusuale, visione offuscata e rallentamento del processo di cicatrizzazione delle ferite. La maggior parte dei pazienti affetti da diabete di tipo 2, riesce a mantenere la patologia sotto controllo grazie alla combinazione di misure dietetiche e medicinali assunti per via orale, senza dover ricorrere alle iniezioni di insulina.

 
Diabete mellito: la dieta da seguire

 
L’obiettivo precipuo di qualsiasi paziente diabetico consiste sempre nel riuscire a mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue. Per questo, a prescindere dagli altri fattori e dalla tipologia di DM che lo affligge, il paziente dovrà seguire alcune misure dietetiche precise e personalizzate, che siano state delineate da un dietologo esperto. In linea di massima possiamo dire che, nel caso il paziente sia affetto da diabete di tipo 1, andrà posta maggiore attenzione all’apporto dei nutrienti (in particolar modo ai carboidrati). Mentre per i pazienti affetti da diabete di tipo 2, spesso e volentieri in sovrappeso, la dieta verrà strutturata in modo tale da favore un dimagrimento, fino a portare il peso corporeo a livelli accettabili. Basta un calo ponderale del 5-10% per migliorare il controllo metabolico, ridurre i livelli di glucosio nel sangue e tenere sotto controllo la pressione sanguigna.

 
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