Di Serena Vasta | 26 Giugno 2009
La depressione e il dolore sono due patologie che vanno a braccetto e che a braccetto ci conducono negli anfratti più terribili della nostra psiche, dove non ci sono stimoli e tutto e piatto e immobile. Il dolore e la depressione spesso sono l’uno la causa dell’altro e non si sa mai se è il dolore a far andare in depressione o la depressione a provocare i dolori.
Quando si tratta della mente e della psicologia è difficile far luce in modo scientifico e trovare soluzioni standard che possano andare bene per tutti, per questo le cure sono sempre lunghe e dai risultati incerti, quando poi si combinano tra loro sono per noi un cocktail esplosivo, infatti non si può mai sapere se il mal di schiena è provocato dalla depressione, quanto invece è più intuitivo capire che un dolore cronico può portare alla depressione.
Una ricerca condotta da Kurt Kroenke e i suoi colleghi dell’università dell’Indiana ha fatto uno studio in cui sono stati monitorati 250 pazienti che da almeno tre mesi soffrivano di dolori alla schiena e che a un test specifico avevano dimostrato una depressione almeno di grado moderato.
Sono stati fatti 2 gruppi che sono stati sottoposti a due terapie diverse, nella prima sono stati curati con i trattamenti standard, nella seconda invece si è optato per un programma in 3 fasi, la prima volta a curare in modo specifico la depressione, poi una terapia per gestire il dolore e infine una di mantenimento.
Kroenke ha dichiarato: “Un anno dopo, in questo gruppo la percentuale di persone che avevano registrato notevoli miglioramenti nel tono dell’umore era più che doppia rispetto a quella ottenuta tra coloro che erano stati sottoposti alle cure standard (il 37,4 contro il 16,5 per cento). Ancora maggiore poi è stata la differenza nel numero di individui che hanno riferito una riduzione del dolore di almeno il 30 per cento rispetto ai valori iniziali, misurati secondo un’apposita scala“.
A quanto pare il modo migliore per vivere bene anche con un dolore cronico è avere anche un supporto psicologico, se non è previsto nello staff del centro di terapia del dolore è fortemente consigliato trovarne uno esterno.
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Parole di Serena Vasta