Da Rosetta Cutolo a Rosaria Pagano, la camorra delle sorelle

L'arresto di Rosaria Pagano conferma che esiste una camorra delle sorelle ed è anche spesso quella vincente.

Da Rosetta Cutolo a Rosaria Pagano, la camorra delle sorelle

Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 17 gennaio 2017 della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di 17 persone appartenenti al clan Amato-Pagano il nome di Rosaria Pagano, sorella del boss scissionista Cesare Pagano e moglie di Pietro Amato, emerge più degli altri. E non perché si tratta di una donna!

Se, infatti, esiste un luogo in cui si è raggiunta più che altro la parità di genere è proprio la criminalità organizzata di tipo mafioso, soprattutto la camorra. Ma, a dire il vero, siamo oramai abituati un po’ ovunque a vedere donne coinvolte in attività criminali, anche fra la più cruenti.

Il nome di Rosaria Pagano emerge, quindi, più degli altri per il ruolo di reggente che ella ricopriva nel clan Amato-Pagano. Ruolo che la boss stessa ha voluto sottolineare quando, all’arrivo degli agenti, ha dichiarato: «State calmi, noi siamo Amato Pagano e sappiamo come comportarci». Quasi a voler rimarcare la sua appartenenza, sia per discendenza che per matrimonio, a ben due famiglie di rilievo all’interno del panorama criminale.

Con l’arresto di Rosaria Pagano la camorra si conferma un’organizzazione criminale di sorelle. Non è, infatti, la prima sorella che succede al fratello ai vertici del proprio clan.

Rossetta Cutolo

La prima, forse, e – ahimè – indimenticabile è Rosetta Cutolo, succeduta alla guida della Nuova Camorra Organizzata fondata dal fratello Raffaele. E, secondo alcuni, addirittura veramente del progetto riformatore della camorra che La NCO rappresentò. Sorella maggiore del “professore” (soprannome di Cutolo), portò avanti – con inaudita ferocia – la guerra contro la Nuova Famiglia quando il fratello fu arrestato. Ma già da prima rimase alla destra del fratello, quale cassiera del clan.

Maria Licciardi

Un’altra che iniziò come cassiera («la mente che organizzò l’affare della merce contraffatta», secondo il pentito Luigi Giuliano) e poi divenne reggente del clan è Maria Licciardi, sorella di Gennaro ‘a Scigna, capo storico del clan omonimo morto in carcere. Soprannominata ’a Piccerella, era inserita nella lista dei 30 criminali più ricercati d’Italia prima di essere arrestata il 14 giugno del 2001.

Ma Rosaria Pagano non è solo la sorella del boss: è anche la moglie del capo dell’altra famiglia che costituisce il sodalizio criminale, Pietro Amato, fratello defunto del boss Raffaele Amato. E quindi il ruolo che si era ritagliata all’interno del clan era fondamentale già da prima di esserne la reggente. A lei spettava il compito di tenere unite le due correnti che insieme risultavano talmente forti da riuscire a vincere la faida di Scampia e controllare il traffico di stupefacenti a Napoli.

Anna Aieta

Proprio come le tre sorelle Aieta, Anna, Rita e Maria, che hanno sposato rispettivamente Francesco Mallardo, Eduardo Contini e Patrizio Bosti, i capi delle tre famiglie che hanno composto l’Alleanza di Secondigliano. E, infatti, secondo molti era proprio quel vincolo familiare a tenero unito quel clan che già dal suo nome rappresenta un’anomalia nel contesto criminale napoletano: una vera e propria alleanza fra tre clan. Un’alleanza che riuscì a conquistare Napoli.

Esiste, quindi, una camorra delle sorelle ed è anche spesso quella vincente.