D come sviluppo, il futuro della Sierra Leone è donna

COOPI presenta il progetto “D come sviluppo. Il futuro della Sierra Leone è donna” che è stato pensato per aiutare le donne vittime di violenza e permettere loro di avere un futuro sereno.

D come sviluppo, il futuro della Sierra Leone è donna

La Festa della donna si avvicina e, se noi già pensiamo alle mimose che riceveremo in dono, ci sono moltissime, troppe donne per cui l’unica realtà conosciuta è la violenza. Lo sa bene COOPI, associazione no profit che da anni gestisce progetti nei Paesi del Sud del mondo e che in Sierra Leone, uno dei paesi africani più segnati dalle violenze, porta avanti un progetto importante che fino ad oggi ha sostenuto circa 4.800 donne.

COOPI ha portato avanti il progetto coinvolgendo le leader comunitarie di alcuni distretti della Sierra Leone, a queste donne sono state fornite tutte le informazioni necessarie per far valere i propri diritti. Donne che hanno conosciuto direttamente la violenza e che ora hanno una chance di salvezza: potranno anche aiutare tantissime altre donne.

Attraverso campagne di sensibilizzazione sono stati veicolati alle donne del luogo messaggi su temi forti e di primaria importanza come la parità dei diritti per l’accesso alla terra, casa e proprietà, l’importanza di dire basta alla violenza contro le donne, il diritto all’istruzione e l’interruzione di tutte le pratiche discriminatorie.

Inoltre, 78 donne sono state istruite per diventare formatrici ed imparare a leggere a scrivere alle altre donne della comunità.

coopie Mary Ellie lavoro

Queste donne che hanno deciso di dire basta e di collaborare per la creazione di un mondo migliore, sono donne che hanno sofferto e che spesso vengono da un vissuto tragico. C’è ad esempio Sia Jimmy, nata il 19 aprile 1973, che ha 3 figli e che dopo avere perso il marito è stata stuprata da un ribelle durante la guerra civile: ora è insegnante da 6 anni grazie a COOPI. C’è Mariatu Juse, nata il 15 settembre 1961, sposata, mamma di 6 bambini, e tutrice di altri 8; è stata vittima di un esproprio delle terre ed è dovuta fuggire a Freetown dove ha fondato l’Associazione Leleima per lo sviluppo della donna, iniziando a collaborare con COOPI dal 2009. C’è ancora Mariama Bayoh rimasta sola e senza alcun bene materiale dopo il divorzio dal marito, ora lavora come counsellor ed è coordinatrice del “Kono Women Organization Network” (KOWONET), associazione partner di COOPI.

Ma le storie sono davvero tante, vogliamo ancora raccontarvi di Isata Kabia, nata nella regione di Marampa e proveniente da una famiglia di capi comunità, adesso è la fondatrice dell’azienda Afrilosophy che crea prodotti di moda “environmentally friendly” ispirati all’Africa, ma non dimentica la Sierra Leone dove insegna il mestiere alle donne del luogo.

Ci sono ancora Mary Kamara, abbandonata dal fidanzato perché incinta, e Mary Ellie ex prigioniera dei ribelli durante la guerra civile, ora: la prima lavora alla Juice Factory di Freetown dal 2009 mentre la seconda lavora come tessitrice per aiutare la madre malata, mestiere imparato grazie a COOPI. Ed ecco infine Ethel Cynthia Gloria Vincent, nata il 12 settembre 1980 che dal 2009 collabora come coordinatrice COOPI presso l’orfanotrofio di Grafton.

A queste donne COOPI ed Elgon dedicheranno un’interessante mostra “Noi, regine d’Africa” che si terrà al Cosmoprof di Bologna. Si tratta di un’esposizione fotografica sulle donne in Sierra Leone che sarà visitabile dall’8 all’11 marzo, al padiglione 32, presso lo stand Elgon.

Proprio nel giorno in cui si celebra la Festa della donna viene inaugurata questa mostra che ha come tema le donne in Sierra Leone, con foto di Mattia Zoppellaro. Quale miglior modo di festeggiare questa giornata se non rendendo omaggio a donne forti e coraggiose che danno il massimo per cambiare le cose?

Sono proprio le donne le protagoniste del progetto “D come sviluppo. Il futuro della Sierra Leone è donna”, co-finanziato negli ultimi 3 anni da Elgon. “Solo una donna istruita e consapevole dei propri diritti può diventare una donna libera, capace di ribellarsi ai soprusi e ai vincoli delle leggi consuetudinarie”, dice Novella Maifredi, manager dei progetti COOPI in Sierra Leone.

Sono molte le “Regine d’Africa”, che hanno deciso di fare qualcosa, di cambiare il corso degli eventi e di diventare anche un esempio per le loro comunità.