Curiosità: apre il primo pronto soccorso per i peluche

Non sono gli animali in carne e ossa ma anche i peluche tanto cari ai bambini, ma non solo per la verità, ora hanno diritto a essere "guariti". Zampine rotte, orecchie strappate, code cadute, occhi scollati. Che fare quando i peluche a cui teniamo tanto si rompono? Semplice, li portiamo al pronto soccorso.

Curiosità: apre il primo pronto soccorso per i peluche

Pixabay

Non sono gli animali in carne e ossa ma anche i peluche tanto cari ai bambini, ma non solo per la verità, ora hanno diritto a essere “guariti”. Zampine rotte, orecchie strappate, code cadute, occhi scollati. Che fare quando i giocattoli di peluche a cui teniamo tanto si rompono? Semplice, li portiamo al pronto soccorso.

E’ nato nel Parco dello zoo di Napoli il primo pronto soccorso per animali di peluche. A dare vita a questa curiosa iniziativa è stato Francesco Emilio Borrelli, presidente dell’associazione «Watchdog», con Cesare Falchero, amministratore dello zoo di Napoli. L’obiettivo va ben oltre la semplice “cura” dei peluche, si tratta, infatti, dell’educazione al riciclaggio e al riutilizzo di cose vecche. «Ormai i nostri bambini sono abituati a buttare subito il giocattolo che si rompe invece devono rendersi conto che un pupazzo rotto si può aggiustare e, quindi, riutilizzare» spiegano i responsabili del progetto.
Come funziona? In pratica i bambini che hanno pupazzi malandati si recano nella clinica dove si fa un’accurata diagnosi e poi si curano i docili animaletti. La degenza dura solo un giorno e poi l’animale torna a casa rimesso a nuovo. I «medici» sono gli stessi dell’Ospedale delle bambole di Tiziana Grassi.
I bambini dopo aver fatto ricoverare i loro peluche, vengono sottoposti ad un piccolo test per verificare il loro rapporto con gli animali veri e quelli che lo supereranno ricevono l’ attestato di «amante degli animali», e le dieci regole dell’animalista, di cui la prima recita «Ricorda sempre che chi non sa amare gli animali, non sa neppure amare le persone».
Al momento il progetto è attivo solo a Napoli ma nessuno esclude un ampiamento in Italia e nel mondo.

Parole di Assunta Corbo