Di Elena Pavin | 28 Gennaio 2021

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ISCRO, cioè Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, è uno degli ammortizzatori sociali introdotti nella nuova Legge di Bilancio 2021. Durante l’epidemia di Covid, infatti, molte famiglie sono riuscite a tirare avanti solo grazie alla cassa integrazione, prevista però solo per dipendenti pubblici o privati.
Per sopperire alla mancanza di un contributo previdenziale straordinario per autonomi, professionisti e partite IVA, per i quali erano stati stanziati fondi utili a bonus elargiti una tantum da 600 o 1000 euro. La nuova cassa integrazione per i lavoratori non dipendenti garantisce invece un assegno mensile compreso tra i 250 e gli 800 euro.
Validità di ISCRO
L’idea è quella di poter garantire ai lavoratori autonomi, professionisti e Partite IVA le stesse garanzie fornite ai dipendenti. La nuova cassa integrazione potrà essere richiesta da queste categorie per un periodo massimo di 6 mesi.
Vediamo chi ne ha diritto.
I requisiti per richiederla
Per accedere alla nuova cassa integrazione, ci sono dei requisiti: reddito complessivo dichiarato non superiore a 8.145 euro all’anno; iscrizione alla Gestione separata dell’Inps; aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti l’anno anteriore la presentazione della domanda; apertura della Partita Iva da almeno 4 anni.
Ad erogare il credito sarà direttamente INPS. Inoltre, ISCRO non sarà cumulabile con il Reddito di Cittadinanza e non concorrerà alla formazione del reddito.
Chi riceverà ISCRO
INPS ha calcolato che saranno oltre 300 mila i professionisti, gli autonomi e le Partite IVA beneficiarie della casa integrazione ISCRO.
Tra le categorie comprese, sono comunicatori, pubblicitari, web manager, consulenti pubblicitari, traduttori e venditori porta a porta. Escluse invece le professioni con una cassa di previdenza privata, ossia architetti, avvocati, medici e giornalisti.
Parole di Elena Pavin