Violenza sulle donne, quando e a chi chiedere aiuto

Sono ancora troppe le donne che subiscono violenze, specie tra le mura domestiche. Spesso le vittime chiedono aiuto troppo tardi, perché isolate e impaurite. Ecco cosa fare e a chi rivolgersi.

Violenza sulle donne, quando e a chi chiedere aiuto

Foto Shutterstock | D. Hammonds

La definizione di violenza sulle donne delle Nazioni Unite, per la giornata contro la violenza sulle donne cita: “qualsiasi atto di violenza fondata sul genere che comporti, o abbia probabilità di comportare, sofferenze o danni fisici, sessuali o mentali per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella sfera pubblica che in quella privata”.

La violenza sulle donne rappresenta ancora oggi un importante problema di sanità pubblica, oltre che una gravissima violazione dei diritti umani; ad oggi le scarpe rosse sono divenute un simbolo per le donne.

La violenza ha ripercussioni sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare isolamento, incapacità di lavorare, scarsa capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. Gravissimi sono anche gli effetti sui bambini che assistono alla violenza, che possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento.

I numeri della violenza contro le donne

Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3. In Italia dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.

Secondo il Rapporto Istat 2018 sulle vittime di omicidi, il 54,9% degli omicidi di donne sono commessi da un partner o ex partner, il 24,8% da parenti, nell’1,5% dei casi da un’altra persona che la vittima conosceva, ad esempio un amico o un collega.

Quali sono i campanelli d’allarme

Come accorgersi di un comportamento pericoloso, che potrebbe degenerare? I primi campanelli d’allarme dovrebbero scattare nel momento in cui ci si rende conto che il proprio marito, compagno o fidanzato tende a isolarci dalle altre relazioni.

Non è un uomo a dire come vestirvi per uscire, a giudicare se una gonna è corta o lunga. Non è un uomo a decidere per voi chi salutare per strada, se sorridere o meno al vostro collega di lavoro. Sono piccoli esempi, per niente piccoli in realtà, ma è da questo che, spesso, si arriva a tanto.

È difficile che un uomo uccida o diventi violento senza alcun segnale: sono frequenti comportamenti denigratori o di svalutazione e offese che con il tempo si tramutano in isolamento e controllo sempre maggiore della donna. È necessario dare il giusto peso alla violenza fisica, tanto quanto a quella psicologica.

Cosa fare e a chi rivolgersi

In caso di emergenza è importantissimo chiedere aiuto rivolgendosi al 1522, il numero verde istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Il numero è gratuito ed è attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Alternativamente è possibile rivolgersi ai Carabinieri chiamando il 112, alla Polizia chiamando il 113 o all’Emergenza sanitaria digitando il 118.

Parole di Giulia Selvi