Come riconoscere le intolleranze alimentari e quali test fare

Le intolleranze alimentari interessano il 40% della popolazione mondiale e sono determinate da una reazione immunitaria contro un cibo o proteina scambiati per nocivi.

Circa il 40% della popolazione mondiale soffre di intolleranze alimentari, una sensibilità che rientra all’interno di una più ampia categoria definibile genericamente come “reazioni avverse agli alimenti”. Purtroppo, si tratta di un problema che comprende una vasta casistica di sintomi, che con una certa difficoltà possono essere fatti risalire proprio ad una intolleranza, che è solo il primo passo per isolare il singolo cibo, o addirittura la proteina dell’alimento responsabile di scatenare la reazione avversa dell’organismo.

Tra le intolleranze più comuni e diffuse annoveriamo quella al lattosio, o alle proteine del latte e al glutine, che spesso si manifestano già in età pediatrica e sono tra le cause principali di alcuni disturbi diffusi tra i bambini come asma, dermatiti e mal di pancia. Spesso si tende a confondere l’intolleranza alimentare, che insorge in modo subdolo, con l’allergia, che invece ha manifestazioni immediate e acute. Vediamo di vedere quali sono le differenze.
 
Differenza tra allergie e intolleranze alimentari e sintomi principali

L’allergia alimentare interessa circa l’1,4% della popolazione mondiale, ed è determinata da una reazione del sistema immunitario dell’organismo, che non riconosce come buona una determinata sostanza contenuta in un alimento, e scatena gli anticorpi detti immunoglobuline E (IgE) contro la proteina nemica (allergene). Il tutto avviene, in genere, non la prima volta che si assume l’alimento, ma ad una successiva, quando gli anticorpi agiscono contro la sostanza già identificata precedentemente come dannosa. La reazione è immediata, e può andare dalla classica orticaria fino allo shock anafilattico. L’intolleranza, invece, è meno pericolosa ma piuttosto insidiosa, perché in pratica, la sostanza percepita come nociva, viene accumulata nell’organismo ma non regolarmente metabolizzata, quindi finisce per provocare una sorta di intossicazione che determina reazioni infiammatorie in diverse aree del corpo. Ecco le principali:

  • Apparato respiratorio. Rinite, sinusite, tosse cronica, sindrome asmatiforme
  • Apparato gastro-intestinale. Colite, sindrome del colon irritabile, gonfiore, stitichezza, diarrea, dolore addominale, gastrite, prurito anale
  • Apparato cutaneo. Acne, eczema, prurito, seborrea
  • Apparato cardiocircolatorio. Aritmie, palpitazioni
  • Apparato muscolo-scheletrico. Dolori alle ossa o alle articolazioni, crampi e spasmi muscolari
  • Apparato genito-urinario. Cistite e vaginite, disuria (minzione dolorosa), calo della libido

 
Come diagnosticare le intolleranze alimentari

Per diagnosticare una possibile intolleranza alimentare, il vostro medico presumibilmente vi prescriverà un esame specifico, che viene chiamato F.I.T. (Food Intolerance Test), per effettuare il quale vi verrà richiesto un prelievo di sangue. Infatti, per riuscire ad individuare l’alimento che causa l’intolleranza, si procederà ad un dosaggio degli anticorpi di classe G (IgG), che sono quelli che entrano in gioco in caso di intolleranza. Si può effettuare anche l’autotest utilizzando l’apposito kit reperibile anche in farmacia. Esistono tre tipi di F.I.T. test:

  • F.I.T. per 46 alimenti
  • F.I.T. per 92 alimenti
  • F.I.T. 184 alimenti

Una volta ricevuto dal laboratorio il risultato del vostro test, che vi dovrebbe rivelare quale alimento vi provoca l’intolleranza, sarà sufficiente eliminarlo momentaneamente dalla vostra dieta, per poi reintrodurlo pian pano, e sempre dietro controllo medico.
 
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Parole di Paola Perria