Claustrofobia: cause, sintomi e cura di una delle fobie più diffuse

Chi soffre di claustrofobia manifesta un malessere con sensazione di soffocamento ed oppressione come se fosse rinchiuso o imprigionato

Claustrofobia: cause, sintomi e cura di una delle fobie più diffuse

La claustrofobia è la paura eccessiva e irrazionale degli spazi stretti e chiusi, e sebbene sia un problema esteso e fastidioso, viene spesso trascurato da chi ne soffre. Ma quando il malessere raggiunge livelli patologici, chi soffre di claustrofobia tenderà ad evitare tutte le situazioni che possono portarli a stare male, impostando la quotidianità in relazione al proprio disturbo d’ansia. Si evita l’utilizzo dell’ascensore, non si entra in stanze piccole e non si chiude a chiave la porta, non si scende in metropolitana, si evitano i mezzi di trasporto affollati, non si percorrono strade che hanno gallerie. Il claustrofobico arriva a non riuscire a vivere più da solo cercando la vicinanza di una persona per sentirsi più sicuro.

Claustrofobia è una parola che deriva dal latino claustrum, luogo chiuso, e dal greco phobia che significa paura o panico. La fobia degli spazi chiusi è un’esperienza che in molti hanno sperimentato, sebbene in maniera diversa. La claustrofobia ai livelli gravi, ossia quella cronica, colpisce il 4% della popolazione e può arrivare a provocare attacchi di panico, difficoltà di respirazione, sudorazione, iperventilazione, nausea, senso di oppressione, persino quando si attraversa una semplice galleria o addirittura quando si indossa un abbigliamento troppo stretto.

Le cause

La claustrofobia è caratterizzata soprattutto dalla paura del soffocamento. Questa paura nasce dalla preoccupazione di cosa potrebbe accadere se si rimane confinati in un certo luogo o situazione, e non si è capaci di uscire.

I sintomi

La persona che soffre di claustrofobia può mostrare segni fisici ed emotivi come se fosse in una situazione di reale pericolo. I sintomi della claustrofobia sono: paura dei luoghi chiusi, piccoli ed affollati, ansia, attacchi di panico, svenimento, sudorazione, vampate di calore, tachicardia, vertigini e iperventilazione.

Le cure terapeutiche

Il trattamento della claustrofobia prevede primariamente un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale. La psicoterapia della claustrofobia prevede l’attuazione delle tecniche di esposizione agli stimoli che di cui il paziente ha paura, fino a che non subentra l’abitudine ed essi e la scomparsa dell’ansia. Un altro trattamento consiste nella terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che consiste nell’affrontare e nel cambiare i processi del pensiero attraverso esercizi incentrati sui sintomi.

Le cure farmacologiche

Nei casi di claustrofobia più gravi si può ricorrere all’utilizzo di farmaci ansiolitici da assumere nei momenti più temuti, per gestire l’ansia e gli attacchi di panico.

Le terapie naturali

I sintomi associati alla claustrofobia possono essere alleviati con alcuni rimedi naturali. La passiflora, la kava, la valeriana, la scutellaria e l’erba di San Giovanni sono erbe che secondo l’omeopatia possono ridurre l’ansia da claustrofobia, e possono essere assunte in compresse o come tisane o infusi.
Chi preferisce affidarsi ai fiori di Bach può ricorrere al Rescue Remedy, un rimedio naturale indicato per l’ansia e gli attacchi di panico composto da clematis, cherry plum, impatiens, rock rose e star of Bethelhem.
Una terapia per curare la claustrofobia può essere anche l’agopuntura che ha il pregio di riequilibrare il sistema neurovegetativo senza controindicazioni, e può essere utilizzata in associazione ad altre terapie.

Parole di Tiziana