Christian Dior, anche Peter Dundas di Emilio Pucci tra i possibili successori di Galliano

Anche Peter Dundas rientra tra i possibili successori di John Gallian da Christian Dior.

Christian Dior, anche Peter Dundas di Emilio Pucci tra i possibili successori di Galliano

L’affaire Galliano-Dior continua ancora a far parlare la moda. Nonostante il gruppo Lvmh, proprietario della maison di Avenue de Montaigne, abbia dichiarato che non c’è nessuna fretta di sostituire John Galliano con un nuovo direttore creativo e che l’ufficio stile continuerà a lavorare come sempre anche senza una guida, i bene informati continuano a scommettere su chi diventerà il nuovo direttore creativo di Dior. Tra i candidati che sarebbero in pole position c’è anche Peter Dundas, designer di Emilio Pucci, un’altra maison che come Givenchy fa parte del gruppo Lvmh.

Dopo l’annuncio di Dior del licenziamento di John Galliano il mondo della moda era convinto che la maison non avrebbe aspettato molto per annunciare il nuovo direttore creativo. In realtà l’attesa per conoscere il nuovo nome che prenderà il posto dello stilista di Gibilterra ora in rehab sarà più lunga del previsto: lo stesso Bernard Arnault, proprietario del polo del lusso Lvmh, ha dichiarato che non c’è nessuna fretta e che ci vorranno mesi prima di nominare un successore.
 
In realtà in molti sono convinti che la maison stia cercando il più possibile di lavorare nell’ombra e di trovare un nuovo direttore creativo, che a questo punto potrebbe davvero essere nominato in autunno, magari dopo le sfilate della primavera/estate 2012. E soprattutto sembra che la maison stia cercando uno stilista interno al gruppo.
 
Oltre al nome di Riccardo Tisci è spuntato qualche tempo fa anche quello di Peter Dundas, attuale direttore creativo di Emilio Pucci. Un designer che ha impresso un nuovo corso alla casa di moda italiana, rendendola più moderna e amatissima dalle celebrities. Anche Dundas è come Tisci uno stilista interno a Lvmh: sia Givenchy sia Emilio Pucci sono infatti maison possedute dal gruppo.

Parole di Marinella Borzi