Cardito: bimbo di 7 anni ucciso a botte, grave la sorellina

La versione fornita dal 24enne fermato dalla polizia non ha convinto: ha detto che i minori sono caduti dalle scale, racconto totalmente incompatibile con la dinamica finora ricostruita.

Cardito: bimbo di 7 anni ucciso a botte, grave la sorellina

Foto: Ansa

Orrore a Cardito (Napoli), nel pomeriggio di domenica 27 gennaio: una telefonata ha fatto scattare l’allarme per una lite in famiglia, in uno degli appartamenti di via Marconi. Ma c’era molto di più: davanti agli inquirenti un bimbo di 7 anni senza vita e la sorellina gravemente ferita. Fermato il convivente della madre.

Bimbo ucciso senza pietà

La Procura di Napoli Nord ha emesso un provvedimento restrittivo nei confronti di Tony Essobti Badre, 24enne nato in Italia da genitori tunisini e compagno della madre dei bambini massacrati a Cardito.

L’uomo è accusato di omicidio volontario: sarebbe stato lui a picchiare brutalmente i piccoli, uccidendo il bimbo di 7 anni e ferendo gravemente la sorellina di 8.

I due minori sono figli della compagna, una 30enne campana. Illesa un’altra bambina, 4 anni, che sarebbe l’unica figlia della coppia.

La versione del 24enne

Portato in caserma, poco dopo l’intervento delle forze dell’ordine, il 24enne avrebbe fornito una versione poco credibile: a suo dire, i bambini sono caduti dalle scale.

A sconfessare quella ricostruzione è arrivato il racconto della sorellina della vittima, ricoverata con gravi lesioni su tutto il corpo e il volto completamente tumefatto.

È stata lei a indicare Badre come autore delle percosse, evidenziando che durante l’aggressione sarebbe stata usata anche una scopa.

Il corpo senza vita del piccolo è stato scoperto dagli agenti del commissariato di Afragola. Il bambino giaceva riverso sul divano, e a nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo.

La sorella è stata trasportata all’ospedale pediatrico, dove anche i medici sono rimasti senza parole davanti alla quantità e all’entità delle ferite.

Il 24enne avrebbe un passato già noto alle autorità per reati tra cui droga e scippo. Secondo quanto ricostruito finora, viveva insieme alla compagna e ai tre bambini. I minori aggrediti sono nati da una precedente relazione della donna.

Sullo sfondo dei fatti, seppur in assenza di un chiaro movente, si staglia l’ombra che l’uomo possa aver agito perché riteneva che la compagna preferisse i suoi due bambini alla terza avuta con lui.

Parole di Giovanna Tedde