Cani pericolosi, razze, normative e patentino

Normative e regolamentazioni sui cani appartenenti a razze pericolose, dal patentino alla polizza di assicurazione. Critiche dal mondo cinofilo 'Non c'è correlazione tra razza e aggressività'. In molti Paesi vietato l'ingresso alle razze considerate pericolose

Cani pericolosi, razze, normative e patentino

In Italia esistono delle precise normative riguardo le razze di cani considerate pericolose. Tutt’altro che rari sono infatti gli episodi di attacchi verso l’uomo con il conseguente allarmismo nei cittadini verso alcune razze in particolare.Nonostante le norme del Ministero della Salute, veterinari ed esperti non considerano fondata la correlazione tra razza e aggressività, ma sono invece convinti che il comportamento dell’animale dipenda quasi esclusivamente dal padrone e da come l’animale venga custodito.

Regolamento sui cani in Italia

In Italia innanzitutto il proprietario del cane deve essere un adulto che deve registrare il proprio nome all’anagrafe canina. I minori non possono avere responsabilità come proprietari di cani, se ne devono occupare i genitori. Inoltre, è vietato possedere un cane ai delinquenti abituali o a chi è sottoposto a misure di prevenzione o sicurezza personale. Il proprietario (o il dog sitter che si occupa del cane) deve sempre utilizzare il guinzaglio a una misura non superiore a 1,50 metri, tranne che nelle aree cani dove l’animale può essere lasciato libero. I comuni e i servizi veterinari delle Asl possono organizzare percorsi formativi per i proprietari di cani: a chi partecipa sarà rilasciato un attestato di partecipazione denominato “patentino”. In caso di episodi di morsicatura o di aggressione il veterinario può imporre a un proprietario l’obbligo di svolgere un percorso formativo con il suo cane.

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Patentino si o patentino no?

Il patentino è un documento che viene rilasciato ai possessori di cani che frequentano un apposito corso per diventare proprietari responsabili. Il corso intende fornire nozioni sulla normativa vigente e sulle caratteristiche dell’animale , in modo da indirizzare il proprietario verso un possesso responsabile.
Tale corso è da intendersi facoltativo per chi vuole conoscere meglio il proprio cane o pensa di prenderne uno, mentre è obbligatorio per i proprietari di cani che hanno dimostrato disturbi del comportamento o sono stati dichiarati “a rischio elevato” dal servizio veterinario della Asl.
In quest’ultimo caso, le spese del corso sono a carico del proprietario. Numerose le tematiche affrontate durante il corso, tra cui lo sviluppo comportamentale del cane nelle diverse fasi di vita, le principali cause di sofferenza dell’animale e gli errori di comunicazione nella relazione uomo-cane.
Il corso base, organizzato da Asl e comuni, ha una durata di dieci ore, terminato il quale verrà rilasciato il patentino, se verrà superato il test di verifica finale. Saranno sempre i comuni, in collaborazione con i servizi veterinari e in base ai dati dell’Anagrafe canina, ad individuare i proprietari obbligati a svolgere i percorsi formativi.

Cani pericolosi, la normativa in Italia

Tra gli ulteriori divieti previsti vi è quello di qualsiasi operazione di selezione o incrocio tra razze di cani per svilupparne l’aggressività ed il divieto di somministrazione ai cani di sostanze dopanti.
Non da ultimo, nel provvedimento ministeriale è stabilito l’obbligo per i possessori di cani a maggior rischio di aggressività di stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni causati dall’animale a terzi e si evidenzia che le previsioni normative non si applicano ai cani in dotazione alle forze armate, di polizia, di protezione civile e dei vigili del fuoco.

Lista cani pericolosi in Italia

Un’ordinanza, poi rivista, del Ministero della Salute, ha in passato introdotto un elenco di 18 razze di cani, ritenute pericolose, per le quali, a tutela della pubblica incolumità, è stabilito, fra l’altro, il divieto di addestramento finalizzato ad esaltarne l’aggressività.
Le razze classificate a rischio di maggior aggressività, sulla base anche del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, sono le seguenti: Rottweiler,Cane da pastore di Charplanina, Cane da pastore dell’Anatolia, Cane da pastore dell’Asia centrale,Cane da pastore del Caucaso, Cane da Serra di Estrela, Fila Brasileiro, Mastino napoletano, Perro da canapo majoero, Dogo canario, Pit bull mastiff, Pit bull terrier, Rafeiro do Alentejo, Bulldog americano, Bull Terrier,Tornjak, Tosa inu.

Cani vietati in Italia, critiche dal mondo cinofilo

L’ordinanza, e in particolare la lista allegata, fin dalla sua pubblicazione aveva suscitato le critiche del mondo cinofilo.
In particolare, lo stesso ENCI (Ente nazionale cinofilia italiana) aveva emesso un comunicato in cui si “sottolinea, assieme alle associazioni veterinarie, l’inconsistenza scientifica di una lista di tipologie canine a rischio di aggressività, rilevando come le radici di una potenziale pericolosità di alcuni soggetti debbano invece ricercarsi nel rapporto tra l’uomo e il cane”. Parole che trovano conferma anche da parte dell’ ‘Associazione nazionale medici veterinari italiani che sostiene che“la correlazione fra alcune razze canine e la pericolosità è infatti scientificamente infondata”.

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Cani pericolosi, le normative negli altri Paesi

Le regole circa il possedimento di un cane appartenente ad una razza pericolosa variano da Paese a Paese, ma tutti presentano delle regole piuttosto precise. In alcune nazioni, come ad esempio Australia, Emirati Arabi e Olanda è vietato l’ingresso ad alcune razze di cani, in particolare la razza pitbull e in generale i cani da lotta. Negli Emirati Arabi il Ministero dell’Ambiente e delle Acque (che legifera sugli animali d’affezione) ha il diritto di rifiutare l’ingresso dei cani e rimandarli nel Paese d’origine, a carico del proprietario. Se quest’ultimo si rifiuta, il cane può addirittura essere “confiscato o distrutto”. Anche la Croazia, nel 2006, si è adeguata alla maggior parte dei Paesi UE, regolamentando l’entrata dei cani cosiddetti “pericolosi”, emanando alcune norme particolarmente ferree, impedendo l’entrata in Croazia, anche solo temporaneamente per turismo, con un cane considerato potenzialmente pericoloso.

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