Caffè: aiuta a prevenire il rischio ictus

L'associazione tra un consumo di caffè medio e il rischio di incorrere in un ictus è stata coerente nelle analisi dei sottogruppi stratificati per sesso, età, classe sociale, livello di istruzione, abitudine al fumo, consumo di alcool e tè, svolgimento di attività fisica, apporto di vitamina C e presenza di patologie come il diabete

Caffè: aiuta a prevenire il rischio ictus

Si dice sempre che è meglio bere poco caffè che rende nervosi, che dà problemi al cuore e che interferisce sul sonno. Bene, ha anche degli effetti positivi: chi beve caffè ha il 27% di possibilità in meno di incorrere in un ictus rispetto a chi non fa uso della bevanda. Consumarne quantità maggiori non significa però aumentarne l’effetto protettivo, che si ottiene a prescindere dal tipo di caffè consumato, sia esso normale, decaffeinato o istantaneo. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori inglesi della University of Cambridge guidati da Yangmei Li e presentato nel corso del meeting annuale dell’American Stroke Association a San Antonio, in Texas.

L’associazione tra un consumo di caffè medio e il rischio di incorrere in un ictus è stata coerente nelle analisi dei sottogruppi stratificati per sesso, età, classe sociale, livello di istruzione, abitudine al fumo, consumo di alcool e tè, svolgimento di attività fisica, apporto di vitamina C e presenza di patologie come il diabete”, spiega Li. E il rischio è risultato.
 
Ancora non si può parlare di indicazioni ufficiali sulle quantità da berne per ridurre il rischio-ictus, certo è meglio non esagerare (un paio al giorno). “Non c’è ancora alcuno studio progettato per produrre gli elementi necessari per formulare tali raccomandazioni”.