Di Dott. Sergio Noviello | 7 Gennaio 2015
Sono sempre di più le richieste di interventi veloci, mininvasivi e dai risultati naturali da eseguire nel breve tempo di una pausa pranzo, tra una riunione e l’altra, per riconquistare un aspetto fresco e rilassato. Non a caso a richiederli sono, nel 20% dei casi, uomini che ricoprono ruoli manageriali all’interno di grandi aziende. Tra i più richiesti, brunch lift, un intervento che richiede una seduta di durata inferiore all’ora, non lascia ecchimosi e gonfiori, e consente un immediato ritorno alle normali attività lavorative. Anche i costi si riducono perché l’anestesia è locale e non è necessaria nessuna degenza. Attenzione però a non lasciarsi prendere la mano: qualsiasi intervento, per quanto light e poco invasivo, richiede tempi di esecuzione e di recupero adeguati.
In cosa consiste
Si iniettano in profondità in maniera tridimensionale (secondo le linee ascensionali) di trazione acido ialuronico ad alto peso molecolare, un filler 100% riassorbibile. Già durante la seduta si può vedere una immediata correzione dell’inestetismo e un effetto riempitivo dovuto al moderato riempimento delle aree in cui viene iniettato: zigomi, sopracciglia, tempie, mandibola e occhi. Ma è nelle ore successive all’iniezione che la pelle inizierà il processo di stimolazione della produzione di nuovo collagene. I risultati in termini di turgore e compattezza della pelle sono subito visibili e riscontrabili anche a distanza di 12 mesi.
La ripresa
Questo tipo di intervento, della durata di circa 40 minuti, richiede solo un minimo di anestesia locale e non lascia traumi né dolori. E’ quindi effettivamente possibile tornare subito alle normali attività, magari rispettando alcune precauzioni.
Precauzioni
Per quanto poco invasivo, il Brunch Lift è pur sempre un intervento che richiede mani esperte sia per ridurre al minimo il rischio di risultati non soddisfacenti sia per essere certi che non si corrano pericoli per la salute. I consiglio è sempre quello di rivolgersi a un medico estetico qualificato.
Parole di Dott. Sergio Noviello