Bossetti, querelata Ester Arzuffi: dichiarò di essere stata inseminata a sua insaputa

La madre di Massimo Bossetti, Ester Arzuffi, è stata querelata per diffamazione dalla famiglia del ginecologo che ha accusato di averla inseminata a sua insaputa. In questo modo, secondo la donna, si sarebbe configurata la sola possibilità di concepire un figlio dall'autista di Gorno, Giuseppe Guerinoni.

Bossetti, querelata Ester Arzuffi: dichiarò di essere stata inseminata a sua insaputa

Una querela per Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti, condannato anche in appello all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La famiglia del ginecologo accusato dalla donna di averla inseminata a sua insaputa ha sporto denuncia per diffamazione. Per contro, lei si difende insistendo sulla tesi del non aver mai rivelato le generalità del medico a cui ha attribuito la procedura di fecondazione artificale.

Inseminata a sua insaputa: Ezter Arzuffi denunciata

Ester Arzuffi è costretta a incassare un contraccolpo legale che potrebbe avere dei risvolti penali per diffamazione. In questi giorni è stata querelata dalla famiglia del ginecologo indicato dalla donna come responsabile di una pma (procreazione medicalmente assistita), attraverso cui il seme di Guerinoni avrebbe fecondato la Arzuffi. Dal concepimento artificiale sarebbero nati Massimo Bossetti e la sua gemella, Laura Letizia, figli dell’autista di Gorno.
Ma scagionando se stessa dalle accuse di adulterio, Ester Arzuffi deve ora affrontare i familiari del medico, che non ci stanno: anzitutto il professionista è deceduto nel 2004 e non ha potuto replicare alle dichiarazioni della donna; in seconda battuta rimandano al mittente le accuse che il ginecologo possa aver infranto la legge e l’etica professionale adoperando pratiche all’epoca non ammesse e, aggravante di non poco conto, all’insaputa della paziente.

La famiglia del ginecologo: tutte falsità

Il nome dello specialista, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbe emerso durante una puntata della trasmissione Quarto Grado. Proprio in questa sede Ester Arzuffi avrebbe lasciato intendere l’identità del ginecologo a cui si era rivolta, a suo dire, negli anni ’70.
La famiglia del medico sostiene che si tratti di falsità, e a sostegno di questa ipotesi adduce anche il fatto che in quell’epoca lavorasse esclusivamente in ospedale, non in uno studio privato come dichiarato invece dalla madre del muratore di Mapello. Ma attraverso i suoi legali, la signora Arzuffi ha replicato di non aver mai rivelato il nome del medico: a farlo sarebbe stato un consulente, poi revocato.

L’intervista tv della madre di Bossetti

La tesi di un’inseminazione artificiale avvenuta a sua insaputa fu spiegata proprio dalla Arzuffi, lo scorso febbraio, ai microfoni del programma di La7, Bianco e nero, in una serie di “rivelazioni” atte a scardinare l’accusa di aver avuto rapporti extraconiugali con Giuseppe Guerinoni, autista di pullman deceduto nel 1999 e vero padre di Massimo Bossetti.
La donna, consapevole del fatto che la genetica ha inchiodato suo figlio al perimetro criminale di Ignoto 1, ha provato a fornire una risposta a quel DNA che riconduce direttamente Bossetti al suo presunto amante, con cui, ha sempre dichiarato, non sarebbe mai andata oltre il semplice scambio di battute sul bus.

Lo spettro di un’improbabile fecondazione artificiale nel 1970

“Io non sono stata a letto con Giuseppe Guerinoni. Io sono sincera nelle cose (…). Certo, se non ho avuto rapporti con Guerinoni, qualcosa il mio ginecologo, forse, può darsi che abbia fatto”. Ed è qui che si insinua clamorosamente la teoria di essere stata “vittima inconsapevole” di un’eterologa: “Era l’unico da cui andavo, ero in mano sua”.
Il medico le avrebbe detto: “Diamo uno spunto in più per aiutare anche gli spermatozoi di tuo marito”. Secondo la donna, dunque, ci sarebbe stato qualcosa di strano a monte, qualcosa che risalirebbe a un periodo precedente la nascita di Massimo Bossetti e che riguarderebbe “una cura” per portare a termine la gravidanza. La Arzuffi, infatti, aveva espressamente dichiarato di aver avuto problemi legati al forte rischio di aborto spontaneo.
In una di quelle sedute di “terapia” per il concepimento, il ginecologo, a suo avviso, le avrebbe inserito “un liquido freddo, freddissimo”. Un curioso quanto spietato gioco della sorte, a distanza di decenni, le avrebbe fatto scoprire la verità.

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Parole di Giovanna Tedde