Di Giovanna Tedde | 18 Settembre 2018
Allarme tubercolosi a Bologna: 67 i casi registrati nei primi sei mesi del 2018. 31 pazienti trattati al Policlinico Sant’Orsola e 36 in carico all’Ausl. Sono dati preoccupanti quelli emersi da una interrogazione di Forza Italia, che delineano i contorni di una recrudescenza da non sottovalutare.
La tubercolosi spaventa ancora
Il rapporto consegnato in Regione Emilia-Romagna parla chiaro: sono 67 i casi di tubercolosi trattati a Bologna nei primi sei mesi dell’anno in corso.
31 registrati al Policlinico Sant’Orsola e 36 presi in carico dalla Ausl. La patologia spaventa ancora, in un Paese come l’Italia in cui si riteneva ormai debellata.
Sono numeri che non possono essere sottovalutati e che, secondo il deputato Gaelazzo Bignami (come riportato dal Resto del Carlino), sono sintomo di una recrudescenza dovuta al crescente fenomeno dell’immigrazione.
Il 2017 è stato un anno davvero difficile per il capoluogo emiliano: allora furono 104 i casi registrati dalla Ausl e 89 quelli al Sant’Orsola.
Dei pazienti ricoverati nel 2018, 22 sono italiani. “Non si può non legare questo fenomeno all’aumento dell’immigrazione in città”, ha detto Bignami.
Secondo il suo punto di vista, oltre a sensibilizzare i cittadini su cos’è esattamente la tubercolosi, occorre anche fare attenzione sui costi generati dalle procedure di accertamento sanitario che vengono messe in atto nei centri di accoglienza. Spese che graverebbero come un macigno sulla collettività: “Si parla di un milione e mezzo di euro di cui soltanto 523mila euro per le prestazioni sanitarie, il resto per pagare il personale medico, infermieristico e amministrativo“.
Parole di Giovanna Tedde