"Beni confiscati alla mafia alle donne maltrattate". Parla Maria Ferrucci, sindaco di Corsico

Nella capitale della 'ndrangheta nel Nord Italia, una palazzina confiscata viene destinata alle donne vittime di violenza e diventa simbolo della lotta alle illegalità.

«Ci auguriamo che ci sia un’accelerazione sulla legge 109 del ’96, sui beni confiscati alla mafia, perché non si può perdere tempo su questi temi». Lo ha detto chiaramente, rivolgendosi implicitamente a Matteo Renzi, Don Luigi Ciotti, Presidente dell’associazione antimafia Libera, dal palco del Festival di Mantova 2014. La confisca dei beni ha, infatti, assunto un valore sempre più forte nella lotta alla criminalità organizzata: da un lato sottrae ricchezza e quindi potere economico ai clan, dall’altro consente di destinare quelle risorse alle popolazioni che subiscono il fenomeno criminale. Questo, però, solo se quei beni non vengono abbandonati a se stessi, ma le istituzioni si adoperano affinché diventino utili alla collettività.

«Bisogna rendersi conto – ammoniva Giovanni Falcone – che [la mafia] si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni». E con istituzioni non si deve intendere soltanto le forze di polizia o la Magistratura impegnate nella repressione del fenomeno criminale, ma anche gli enti locali e statali che possono rendere i territori “inospitali alla criminalità organizzata”.

Ne è convinta Maria Ferrucci, che si è trovata ad amministrare uno dei comuni dove risulta più evidente l’infiltrazione ‘ndranghetista nel nord Italia, Corsico in provincia di Milano. «Un qualsia amministratore – chiarisce la Ferrucci – deve fare una scelta: girarsi dall’altra parte e far finta che la criminalità organizzata non ci sia o quantomeno non sia un problema dell’amministrazione oppure affrontare il problema al pari di come affronterebbe il rischio sismico o idrogeologico».

Così la Sindaca di Corsico ha deciso ristrutturare una palazzina confiscata allo ‘ndranghetista Agostino Rocco nel 2002 per trasformarla nella sede di progetti a sostegno delle donne vittime di violenza. «Nessuno sapeva che questa casetta appartenesse a una famiglia ‘ndraghetista, attraverso questo progetto non solo forniremo sostegno e assistenza alle donne maltrattate ma dimostreremo anche che almeno qui la mafia ha perso».

«La nostra responsabilità di amministratori – continua la Sindaca Ferrucci – è proprio di far vivere i beni confiscati come un simbolo e come un valore, sia economico che sociale. Se dovesse funzionare, speriamo che questa casetta possa diventare un simbolo positivo della lotta alla criminalità organizzata».

Ma questo non è l’unico progetto di Maria Ferrucci, che è anche Vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, un’associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati, contro la criminalità organizzata. Il Comune di Corsico ha, infatti, creato per primo una banca dati, che ora altri comuni stanno adottando, con un indicatore di rischio delle infiltrazioni mafiose.

«In questo modo – spiega – emergono automaticamente eventuali anomalie, come possono essere una anziana pensionata che improvvisamente acquista molteplici appartamenti e quindi potrebbe trattarsi di un prestanome o un negozio di compro-oro che fattura cifre non compatibili con negozi dello stesso tipo e quindi potrebbe trattarsi di riciclaggio. Così il Comune può agire attivamente, segnalando queste anomalie alle autorità competenti».

«Inizialmente – chiarisce infine Maria Ferrucci – il mio obiettivo non era quello di combattere la criminalità organizzata, quanto quello di fare una buona amministrazione del mio territorio». Ma fare “buona amministrazione” vuol dire di fatto combattere la mafia, perché è proprio lì dove non c’è buona amministrazione o, ancora peggio, gli amministratori sono collusi che più facilmente si insediano i clan. E infatti oggi Maria Ferrucci conclude: «La criminalità organizzata si sconfigge con la legalità organizzata».

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