Barbara D'Urso nel mirino dell'Ordine dei giornalisti: Intervenga il Garante della Privacy

Barbara D'Urso è nuovamente finita al centro delle polemiche per una puntata di Pomeriggio 5. L'Ordine nazionale dei giornalisti si è rivolto al Garante della Privacy.

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Barbara D'Urso

Barbara D’Urso è nuovamente finita al centro di aspre e feroci polemiche. Il suo modo di fare televisione ha sempre diviso in due i telespettatori. La conduttrice tv di Pomeriggio 5 e Domenica Live dedica molto spazio alla cronaca nera per fare impennare l’auditel. L’Ordine dei giornalisti è passato di nuovo all’attacco, dopo averla già denunciata per esercizio abusivo della professione agli inizi di novembre 2014. In quell’occasione il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, aveva presentato un esposto a due Procure della Repubblica (Milano e Roma), all’Agcom, al Garante per la protezione dei dati personali e al Comitato Media e minori. Ora Enzo Iacopino si è rivolto al Garante della Privacy per la puntata dell’8 maggio scorso di Pomeriggio 5.
Guai in vista per Barbara D’Urso che finisce sempre al centro di querelle mediatico-giudiziarie anche perché è una delle donne più influenti e potenti di Mediaset. In passato la D’Urso era stata accusata di essere falsa e astuta davanti alle telecamere.

“La puntata andata in onda dalle ore 17.40-18.30 l’8 maggio – ha scritto Enzo Iacopino – nell’ambito del caso di Alessandro (presunto colpevole di omicidio) e di Stefania (presunta vittima dell’omicidio) sono stati trattati argomenti e temi evidentemente inadeguati per la fascia, ma soprattutto per i contenuti. La conduzione delle interviste, in contraddittorio tra i parenti della defunta e del presunto colpevole, è stata effettuata dalla Signora Barbara D’Urso senza la presenza di alcun giornalista – ha proseguito – nel programma sono state indicate, tra l’altro, abitudini e pratiche sessuali dei personaggi coinvolti, violenze sessuali di cui la defunta sarebbe stata oggetto in precedenza da parte di congiunti/affini, citati referti medici e loro autori nonché persone terze estranee alla vicenda”.

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti ha poi concluso: “Alla luce delle segnalazioni e sollecitazioni pervenute circa la trasmissione di cui si tratta, si ha motivo di ritenere che non mancheranno da parte di codesta Autorità, indipendentemente dalla posizione di notorietà o dal rilievo pubblico dei personaggi interessati, ovvero dal clamore mediatico del caso, le iniziative necessarie per l’applicazione, che prescinde dalla iscrizione all’Albo, della particolare disciplina di cui agli artt. 136 -139 del codice per la protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003 n.196) – tesa a contemperare il diritto all’informazione la libertà di stampa con i diritti della persona, in particolare quello alla riservatezza, come si legge nella citata nota, nonché a proibire la divulgazione di informazioni personali e sensibili che non rientrano nell’esercizio legittimo del diritto di cronaca, il tutto offrendo la disponibilità a fornire la documentazione relativa alle segnalazioni pervenute”.

Già nel mese di novembre Enzo Iacopino aveva dichiarato guerra a un certo modo di fare televisione: “Basta soubrette, ora le denunciamo. Senza distinzioni di genere (il sinonimo al maschile non lo conosco) o di reti sulle quali si esibiscono. L’informazione è materia delicata. Basta con l’occhio umido e la recitata partecipazione alle tragedie. Basta con il dolore come ingrediente dello spettacolo per fare audience – aveva proseguito il presidente – Basta con le banalità/bestialità dispensate a piene mani, soprattutto nelle tv, da chi si preoccupa solo di come aumentare il personale compenso, passando sopra a diritti e sentimenti”.


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Inoltre Iacopino aveva denunciato l’ex conduttrice del Grande Fratello anche perché “il femminicidio non si consuma solo con l’uccisione di una donna, ma, oltre la morte, anche con l’oltraggio alla sua vita e a quello della sua carne: i suoi figli”. Questo nuovo caso sta spaccando in due il popolo della Rete. E voi ragazze cosa ne pensate di questa vicenda? E’ giusto fare spettacolo in televisione sui casi di cronaca nera come quelli di Melania Rea, Sarah Scazzi, Elena Ceste, ecc.?