Ani Zonneveld, chi è l'imam donna che celebra i matrimoni omosessuali e interreligiosi

La 54enne malese, nota anche per aver vinto ai Grammy Awards della musica, cerca di veicolare il messaggio di pace e di tolleranza dell’Islam, celebrando matrimoni omosessuali e interreligiosi. Per l’imam donna è solo l’uomo a discriminare i “diversi”, non il Corano.

Ani Zonneveld, chi è l’imam donna che celebra i matrimoni omosessuali e interreligiosi

Ani Zonneveld è conosciuta come l’imam donna che celebra i matrimoni omosessuali e interreligiosi. E’ fondatrice e presidente di Muslims for Progressive Values, un’associazione di musulmani progressisti, ma non solo: ogni venerdì guida la messa per migliaia di fedeli. Ma è molto di più, è una donna eclettica che cerca di chiarire come non sia la sua religione e il Corano a discriminare, ma gli uomini.

Chi è Ani Zonneveld

Il termine più corretto per definire Ani Zonneveld è imamah, ovvero una imam donna. Originaria della Malesia, dove è nata 54 anni fa, passa la sua infanzia a Bonn per il lavoro di suo padre come diplomatico in Germania. E’ lì che nascono le sue prime basi religiose, quando ogni giorno recitava il Padre Nostro e l’Ave Maria: è un Dio che preghiamo, non importa come lo chiama una religione piuttosto che un’altra. Nonostante da bambina abbia letto solo il Corano, i suoi genitori non l’hanno mai obbligata a seguire con la forza nessun Credo.
La sua vita la passa spostandosi da un paese all’altro, cosa che contribuirà alla sua apertura mentale. Germania, Egitto e India sono i paesi dove trascorre la sua giovinezza prima di trasferirsi negli Stati Uniti, frequentare il college e dedicarsi alla musica.

Ani Zonneveld: il Corano e le donne

[twitter code=”https://twitter.com/edaybahrome/status/881167304964186116″]
Non ha dubbi sul ruolo della donna nell’Islam: per Ani Zonneveld è l’uomo che decide di sottomettere la donna in nome di una sua presunta superiorità, ma non è il Corano a dirlo. A riprova, racconta di un capitolo del Corano interamente dedicato alla figura di Maria: viene “omaggiata” celebrando la sua storia, le sue battaglie, la gravidanza e il parto di Gesù. Sarebbe quindi, secondo Zonneveld, solo la religione ad essere “intollerante, restrittiva. È un club esclusivo. La spiritualità ha invece un’apertura che viene da un cuore compassionevole che ama e abbraccia tutte le creature di Dio”.

[npleggi id=”https://www.pourfemme.it/articolo/imam-ali-faeznia-e-il-ruolo-della-donna-le-perplessita-e-i-punti-critici/59117/” testo=”Il ruolo della donna nell’Islam: cosa dice l’imam Ali Faeznia”]

L’imam donna dei matrimoni omosessuali

La 54enne è nota per celebrare i matrimoni tra omosessuali, una cosa che la sua religione islamica vieterebbe. E’ proprio per questo che li esegue: per permetterlo alle persone che altrimenti si vedrebbero negata questa possibilità. D’altronde l’omosessualità è per lei, come dovrebbe essere per tutti, qualcosa di normale: fin da piccola è cresciuta in una famiglia allargata, con uno zio gay. Ancora una volta è però l’uomo, secondo Ani, ad aver provocato la discriminazione. Spiega infatti come il Corano non dica assolutamente che non sia lecito avere rapporti con persone dello stesso sesso e anzi ai tempi del profeta Maometto nella comunità erano incluse persone omosessuali. “Su questo punto sono gli imam e i mullah omofobi che mentono ai musulmani” afferma.

I matrimoni interreligiosi di Ani Zonneveld

Tra le mille attività di questa figura eclettica spicca anche la celebrazione di matrimoni interreligiosi tra donne musulmane e uomini di fede diversa. Anche in questo caso Ani non sente di andare contro i suoi principi religiosi: è certa che il Corano dia alle donne il diritto di decidere se sposarsi e con chi, il diritto di lavorare fuori dalle mura domestiche e inserire qualsiasi clausola nel contratto di matrimonio. Ancora una volta sarebbe l’inganno dell’uomo ad aver creato certe imposizioni discriminatorie.

Ani Zonneveld e la musica: una passione che l’ha portata ai Grammy Awards

Ani Zonneveld è infine una musicista, cantautrice e produttore musicale, producendo diverse canzoni per Ziana Zain e composto brani pop per Fauziah Latiff. E’ però la sua collaborazione con Keb Mo’ che le fa guadagnare la nomination ai Grammy Awards, diventando la prima ed unica malese non solo nominata ma a vincere il prestigioso riconoscimento. Dopo l’11 settembre 2001 la sua musica si indirizza verso la celebrazione dell’Islam come religione di pace, una sorta di incoraggiamento per i musulmani per affrontare i pregiudizi e le paure delle persone.

Parole di Lavinia Sarchi