Allattamento al seno, come e quando usare il tiralatte [FOTO]

Allattare al seno è il modo migliore per nutrire il proprio bebè e stabilire un rapporto con lui. In alternativa, la mamma può conservare il proprio latte utilizzando il tiralatte.

Allattamento al seno, come e quando usare il tiralatte [FOTO]

Ci sono molti ottimi motivi per scegliere l’allattamento al seno. Innanzi tutto, si tratta del nutrimento più sano e completo che si possa dare ad un neonato, del resto madre natura ha previsto che le donne potessero produrre da sole il latte per i loro figli, e ci sarà un perché. Con le poppate il bambino cresce più sano, il suo sistema immunitario si rinforza, il rapporto madre-bebè ne giova e infine, anche la mamma si riprende più velocemente dal parto. I pediatri raccomandano di allattare in modo esclusivo al seno fino ai sei mesi di vita del bambino, ma a volte questo non è possibile. Ci sono alcune situazioni in cui la mamma, anche se produce senza difficoltà il latte, non può dare il seno al bebè tutte le volte che sarebbe necessario. In questi casi, arriva in soccorso un utile strumento: il tiralatte. Vediamo quando e come usarlo.

Quando allattare diventa un problema

Molte mamme non possono allattare come vorrebbero il loro neonato, e i motivi possono essere diversi. Ad esempio a causa di disturbi al seno come le ragadi, piccoli tagli dolorosi sul capezzolo, o la mastite, un’infiammazione della ghiandola mammaria, o, infine, l’ingorgo mammario, provocato da un’ostruzione dei dotti galattofori causato da un’eccessiva produzione di latte. Anche una nascita prematura può costituire un impedimento, il neonato, infatti, ancora troppo piccolo, non è in grado di attaccarsi correttamente al seno materno. Infine, vi è un’altra situazione, peraltro assai diffusa, in cui la mamma è impossibilitata ad allattare direttamente il proprio piccolo per tutto il tempo che sarebbe necessario e: il rientro sul posto di lavoro.

Come funziona il tiralatte?

Ma quando il latte c’è, è davvero un peccato non poterlo utilizzare. In aiuto della mamma giunge allora uno strumento davvero utile: il tiralatte. Cos’è e come funziona? Il modello tradizionale, manuale, è costituito da una sorta di contenitore in plastica all’estremità del quale si trova una piccola ventosa che si applica al capezzolo. Attivandolo, poiché si basa su un meccanismo a “pompa”, si stimola la fuoriuscita del latte proprio come se fosse il bambino a succhiare, e, allo stesso modo, il suo utilizzo mantiene costante la produzione di latte da parte delle ghiandole mammarie. In commercio esistono anche dei tiralatte elettrici, più costosi ma anche più rapidi e facili da usare, inoltre permettono un’estrazione di maggiori quantità di latte. Funzionano a batteria. L’utilità di questo strumento è che permette alla mamma di conservare il proprio latte e razionarlo, in modo da avere sempre delle scorte fresche da offrire al proprio neonato. Vediamo come.

Come conservare il proprio latte

La cosa migliore per conservare il proprio latte, è dotarsi di contenitori sterilizzati da 60-120 g, riempirli ma mai fino all’orlo, riporli in frigo per non più di 24 ore (il lasso di tempo in cui il latte materno mantiene tutto il suo gusto e le sue proprietà nutritive) e poi trasferirli in freezer. Potrete, in questo modo, assicurarvi scorte di latte materno per molto tempo, dato che in congelatore può durare anche 2-3 mesi. Vi conviene datare i contenitori con delle etichette adesive, così da sapere sempre quale latte dare prima al bebè. Un’ultima raccomandazione: una volta scongelato il latte va consumato entro 24 ore e, naturalmente, non può essere più conservato in freezer.

Parole di Paola Perria