Quando Alberto Angela trovò l'olio più antico del mondo

Nel 2018 Alberto Angela fa una scoperta sensazionale. A Napoli trova per caso una bottiglia che contiene l’olio d'oliva più antico del mondo

Quando Alberto Angela trovò l’olio più antico del mondo

Foto Getty Images | Roberto Serra - Iguana Press

Napoli, luglio 2018. Mentre Alberto Angela si trovava al Museo Archeologico Nazionale, per girare un servizio per SuperQuark, non aveva assolutamente idea della scoperta che di lì a poco avrebbe fatto: una cassetta piena dell’olio d’oliva più antico del mondo.

Ecco come Alberto Angela ha scoperto l’olio più antico del mondo

Il divulgatore scientifico più amato d’Italia ha più volte rivissuto e raccontato il momento di quella fantastica scoperta.

“Era il luglio del 2018 quando mi trovavo con la troupe nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per girare un servizio per SuperQuark. Avevamo appena finito di filmare il settore dei reperti in vetro ha ricordato Alberto Angela.

A un certo punto, i suoi occhi si sono fermati per caso su una cassetta dal contenuto misterioso, a quel punto la scoperta: “Poco prima di lasciare la stanza, avevo notato una bottiglia di epoca Pompeiana, coricata in una cassetta polverosa: al suo interno intravedevo del materiale solidificato in perfetto stato di conservazione.”

Il divulgatore scientifico non ha capito immediatamente di cosa si trattasse: Non sapevo cosa fosse quel materiale dentro la bottiglia. Essendo la sua superficie un po’ in pendenza – ha ricordato Alberto Angela – avevo pensato che, in origine, si trattasse di una sostanza liquida e che la bottiglia, nella violenza dell’eruzione, fosse stata sepolta semi adagiata, rimanendo in quella posizione per secoli e portando quindi il liquido a solidificarsi inclinato”.

A quel punto Angela contatta subito il direttore del museo Giulierini, che si mostra immediatamente entusiasta del ritrovamento: “Avevo fatto subito contattare il direttore del museo Giulierini, che si era mostrato, come me, entusiasta del ritrovamento”.

Alberto Angela ha anche ricordato come non sia poi così “insolito fare nuove scoperte nei depositi dei grandi musei”. Questa però era apparsa da subito molto promettente: “Sebbene la forma della bottiglia facesse pensare a dell’olio o a del vino, non potendo essere certi sulla natura del contenuto, non ci eravamo sbilanciati”.

Alla fine, dopo accurate analisi scientifiche di laboratorio, si è arrivati finalmente alla verità: quella cassetta, che aveva attirato immediatamente l’attenzione di Alberto Angela, sopravvissuta all’eruzione del 79 dopo Cristo conservava al suo interno dell’olio solidificato. L’olio di oliva più antico del mondo, per essere precisi e per citare le parole dello stesso Alberto Angela.