Abuso sessuale e pedofilia, dossier Telefono Azzurro: "Nel 2016 301 casi gestiti solo da noi"

La chat di Telefono Azzurro e le linee 1.96.96 e 114 Emergenza Infanzia raccolgono ogni anno centinaia di segnalazioni di abusi sessuali su minori. Il dossier dell'Associazione riporta un quadro allarmante, con l'aumento dei reati di pedofilia e pedopornografia che in Rete si diffondono a macchia d'olio.

Abuso sessuale e pedofilia, dossier Telefono Azzurro: “Nel 2016 301 casi gestiti solo da noi”

AP/LaPresse

Telefono Azzurro ha diffuso il dossier su abuso sessuale e pedofilia: sono 301 i casi nel 2016, gestiti attraverso la linea 1.96.96, il 114 Emergenza Infanzia e la chat. Si tratta di un dato allarmante, che registra un incremento del 3,4% rispetto ai casi trattati nel 2015. Dai dati è emersa la conferma delle precedenti statistiche: la maggior parte degli abusi sessuali vengono compiuti da persone vicine alla vittima, per lo più appartenenti allo stesso nucleo familiare. In 1 caso su 10 il responsabile è un estraneo, situazione ascrivibile all’incremento di episodi di adescamento e pedopornografia online. Sul web, infatti, è più probabile il contatto tra i ragazzi e persone sconosciute, in cui spesso si configurano gravissimi reati a sfondo sessuale.

I dati del dossier di Telefono Azzurro

I dati raccolti nel dossier fanno i conti con la difficoltà di registrare effettivamente tutti i casi. In Italia infatti, come riporta Telefono Azzurro, in assenza di un monitoraggio sistematico delle istituzioni sulla diffusione di abusi sessuali su bambini e adolescenti, è difficile far emergere completamente un fenomeno che risulta per gran parte ancora “sommerso”.
Non tutti i casi vengono segnalati, e non ci sono ancora strumenti di ricognizione che consentano di censire accuratamente questa tipologia di reato.

La chat di Telefono Azzurro, così come la linea 1.96.96 e il 114 Emergenza Infanzia raccolgono quotidianamente segnalazioni da tutta Italia. Nello specifico il dossier rivela come le regioni da cui proviene il maggior numero di segnalazioni sono la Lombardia (con il maggior numero di segnalazioni in assoluto), e a seguire il Veneto e il Lazio.
Il lavoro sinergico di Telefono Azzurro con le istituzioni ha permesso il coinvolgimento diretto di forze dell’ordine, procure e servizi sociali per gran parte dei casi di abuso sessuale e pedofilia segnalati. Sul totale di questi ultimi casi gestiti dalle linee 1.96.96 e 114 si registra un aumento rispettivamente del 40% e del 10%, rispetto ai dati raccolti nel 2015.
Per le segnalazioni al 114 Emergenza Infanzia, 1 caso di abuso sessuale su 2 riguarda bambine con meno di 11 anni. Il 90% dei casi ha vittime di nazionalità italiana.

Abuso sessuale e pedofilia, il contesto internazionale ed europeo

L’incidenza del reato di abuso sessuale su un minore è difficilmente calcolabile. Tra le variabili che influenzano negativamente l’emersione del fenomeno vi sono anzitutto queste precondizioni:

– a ogni abuso non corrisponde una denuncia (quindi non si ha contezza di quanti casi sfuggano al controllo perché non segnalati);
– Internet fornisce l’anonimato (aumentando di fatto l’impunità di chi compie un abuso sessuale su un minore);

– il web offre maggiori occasioni di contatto tra potenziali autore e vittima del reato;

– i minori non sono più solo vittime ma, in un crescente numero di casi, anche autori del reato (basti pensare all’incremento di contenuti pedopornografici diffusi da minori o ad abusi compiuti da minori su minori).

A livello internazionale negli Usa, su dati del 2015, si è registrato che circa 702.000 bambini sono vittime di violenza, e 1 bambino su 10 ha subito un abuso sessuale. Più di 2 bambini su 100.000 muoiono a causa delle violenze sessuali, che nel 79% dei casi sono perpetrate da un genitore o con il coinvolgimento dello stesso. Nel 2015 negli Stati Uniti sono morti 1670 bambini vittime di abusi.

I sex offenders registrati nel 2016 negli Usa sono stati 859.500, il 25% dei quali minorenni.
In Europa il trend non è molto differente e si attesta su numeri altrettanto allarmanti: per il 2015 la stima dei bambini vittime di abusi sessuali ha raggiunto i 18 milioni.
Nel 2016 il numero dei casi di abuso sessuale su minore ha subito un’ulteriore impennata, dovendo inserire nello spettro d’analisi anche il crescente fenomeno di minori vittime di tratta, già ampiamente denunciato dall’Unicef. L’ultima stima del 2017 del National Centre for Missing and Exploited Children ha riferito che 1 bambino su 6 dei 18.500 minori non accompagnati è vittima di sfruttamento sessuale e pedofilia.

Internet, la nuova frontiera dei reati sessuali contro i minori

Tra le forme di abuso sessuale su un minore, occorre menzionare l’inarrestabile diffusione di reati di questo tipo a mezzo Internet. Si tratta di un “big bang” impossibile da gestire con gli attuali strumenti di controllo online, un’espansione che subisce un’accelerazione man mano che aumentano le tecnologie a disposizione dei minori. Oggi pedopornografia, sexting, sextortion sono termini sempre più connessi con l’universo dei minori. Secondo le rilevazioni ISTAT le denunce per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico sono aumentate (da 380 del 2010 a 614 del 2016). La Rete è il nuovo scenario in cui si compiono reati di pedofilia.

Ecco che i dati si moltiplicano con altri numeri drammatici, che oltre all’abuso sessuale “offline” includono il reato di abuso sessuale online nelle sue molteplici sfumature: sexting, sextortion, grooming e live distant child abuse.

Sexting e sextortion

La parola sexting indica lo scambio di immagini e video sessualmente espliciti tramite varie piattaforme online. Il termine è nato dalla fusione delle parole sex (sesso) e text (messaggio). Si tratta di un nuovo orizzonte nel reato di abuso sessuale, che nonostante la maggiore diffusione tra adolescenti non è del tutto ascrivibile a questa fascia d’età. Su questo fronte è opportuno precisare, come riporta il dossier di Telefono Azzurro, che si tratta di una forma di comunicazione ad alto rischio per gli attori coinvolti. Le immagini immesse in Rete sono suscettibili di una diffusione veloce e virale, di cui si perdono facilmente il controllo e la “tracciabilità”. Ad aggravare il contesto di questo tipo di comunicazioni è il web stesso, nel quale la minaccia di esposizione massiva di contenuti sensibili e personali aumenta in proporzione al fatto che questi resteranno online per lungo tempo.

Una deriva ancora più grave è quella del sextortion (fusione di sex e extortion), a indicare l’estorsione a sfondo sessuale attraverso la minaccia di condivisione delle immagini sessualmente esplicite della vittima con terzi.
Le conseguenze psichiche e fisiche di sexting e sextortion possono assumere contorni pesantissimi: è facile che la vittima si riduca a uno stato di scarsa autostima, depressione, riduzione dei rapporti sociali in seguito alla diffusione dei propri scatti o video privati. Su questo aspetto Telefono Azzurro ha lanciato un preciso allarme.

Grooming e live distant child abuse

Il grooming (adescamento online) è il reato con cui un individuo avvicina la potenziale vittima minorenne, bambino o adolescente, per fini sessuali. Questa forma di contatto tra autore e vittima dell’abuso avviene tramite chat, social network, app di instant messaging, webcam e live streaming.
Questo fenomeno non conosce differenze di genere, come del resto ha sottolineato il dossier: ragazzi e ragazze ne sono coinvolti senza che si possa definire una preponderanza di vittime di sesso maschile o femminile.
Il grooming si articola solitamente in 5 fasi:

amicizia iniziale: è la fase in cui l’adescatore compie i primi approcci con la vittima, non avanzando discorsi sessualmente espliciti ma conquistando la sua fiducia con argomenti di interesse (musica, giochi);

risk-assessment: è la fase di “isolamento” del minore rispetto a contesti pubblici sulla Rete, quali l’invito ad aprire una chat privata; si tratta di un momento esplorativo per l’adescatore, che sonda anche l’eventuale utilizzo del dispositivo da parte di terzi che potrebbero scoprire il reato;

costruzione del rapporto di fiducia: si tratta della fase in cui la confidenza tra adescatore e vittima scende a un livello più profondo;

esclusività: è il meccanismo con cui la vittima viene indotta la silenzio sulle dinamiche in atto;

relazione sessualizzata: costituisce l’apice del rapporto, in cui l’adescatore affronta esplicitamente tematiche di natura sessuale, sino all’uso di webcam e live streaming.

Oltre al grooming, si assiste a una crescente diffusione del reato di live distant child abuse, da intendersi come l’abuso sessuale su un minore in diretta online. Si tratta di una violenza “on-demand”, sempre più spesso al soldo di organizzazioni criminali che trasformano gli abusi in Rete in un business di enormi proporzioni e con un pubblico di fruitori anonimi in aumento.

Il quadro normativo italiano in materia di abuso sessuale e pedofilia

La Legge n.66 del 15 febbraio 1996 ha inquadrato il reato di abuso sessuale nei “delitti contro la libertà personale”, prima collocato tra i “reati contro la moralità pubblica e il buon costume”. Il bene giuridico tutelato è quindi la libertà sessuale, intesa come libera disposizione del proprio corpo unita al principio di inviolabilità che ne deriva.
L’articolo 609-bis del codice penale italiano inquadra l’abuso sessuale come fattispecie di reato in cui “chiunque, con violenza o mediante minaccia o abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”.
La condizione di inferiorità fisica o psichica della vittima, come l’età della stessa, costituiscono aggravanti nel reato di violenza sessuale.
L’articolo 609-quater, “Atti sessuali con minorenne”, stabilisce la configurazione di reato quando la vittima non abbia compiuto 14 anni al momento del fatto, 16 anni se l’autore dell’abuso è l’ascendente, genitore anche adottivo o tutore.
Non è punibile il minore che compia atti sessuali con un altro minore che abbia compiuto 13 anni, se la differenza di età tra i due non supera 3 anni. La Legge punisce chi compie intenzionalmente atti sessuali in presenza di minori di 14 anni.

Telefono Azzurro opera ogni giorno contro bullismo, cybercrime, abusi sessuali e pedofilia, in un contesto in cui è necessario, si legge nel dossier, operare una prevenzione su più livelli e un approccio multi-disciplinare al problema che consenta di approfondire cause ed effetti di un fenomeno trasversale a tutti i Paesi e contesti sociali nel mondo.

Parole di Giovanna Tedde