Aborto spontaneo: sintomi e cause

L'aborto spontaneo, ossia l'interruzione della gravidanza che si verifica per cause indipendenti dalla volontà della donna si verifica in circa il 15% delle gravidanze. Vediamo come riconoscerlo e quali sono le cause che lo provocano

Aborto spontaneo: sintomi e cause

Affrontiamo oggi un argomento molto delicato e doloroso: l’aborto spontaneo, un evento traumatico di cui è bene conoscere i sintomi e le cause, perchè ogni gravidanza porta con se il rischio, per quanto minimo, di non essere portata felicemente a termine. Soprattutto i primi tre mesi di gestazione sono determinanti, perchè è proprio durante questo arco di tempo che il feto è fragile ed è più facile che si presentino fattori che ne minacciano la salute e la sopravvivenza. Ma vediamo meglio cos’è l’aborto spontaneo, la causa del maggior numero di interruzioni di gravidanza.

Come avviene l’aborto spontaneo

aborto spontaneo fasi
Un 15% circa delle gravidanze si conclude con un aborto spontaneo entro le prime settimane o il primo, secondo o terzo mese e più frequentemente in seguito ad una fecondazione in vitro.
Oltre all’aborto spontaneo vero e proprio esiste una condizione denominata minaccia d’aborto che si verifica quando vi sono sintomi quali dolori al basso ventre o a livello lombosacrale e perdite di sangue, ossia segni che fanno temere che la gravidanza possa interrompersi ma l’aborto non si è verificato e il feto risulta essere ancora vivo.
L’aborto spontaneo può presentarsi in diversi modi:

  • Aborto in atto: il medico assiste alla perdita ematica e all’espulsione di materiale abortivo mentre la donna avverte dolore al basso ventre o a livello lombosacrale. Tale dolore è dovuto alla contrazione dell’ utero che sta cercando di espellere spontaneamente il materiale abortivo e l’ecografia di controllo evidenzia l’afflosciarsi delle pareti uterine
  • Aborto spontaneo completo: si verifica spontaneamente l’espulsione totale del materiale abortivo, ossia dell’embrione e della placenta. In questi casi si verifica un’emorragia accompagnata da dolore al basso ventre o lombo-sacrale, facilmente confondibile con i sintomi di un ciclo mestruale normale e un’ecografia di controllo non evidenzierà residui abortivi ancora presenti in utero
  • Aborto spontaneo incompleto: si verifica l’espulsione parziale di materiale abortivo, ossia dell’embrione e della placenta ma l’ecografia di controllo evidenzia residui di materiale abortivo ancora presenti in utero. Di conseguenza viene effettuato uno svuotamento dell’utero mediante isterosuzione o raschiamento
  • Aborto interno o ritenuto: spesso la diagnosi di aborto ritenuto viene fatta casualmente in occasione di un controllo ecografico con sintomi assenti. L’ecografia documenterà una gravidanza con feto senza segni di vita, ossia senza battito cardiaco e movimenti fetali. Solo dopo un periodo di tempo variabile compaiono i sintomi, ossia perdite di sangue e dolore, per via del tentativo da parte dell’utero di espellere il feto privo di vita
  • Aborto spontaneo ricorrente o abituale: quando si hanno 2 o più aborti consecutivi
  • Ma un aborto spontaneo può avvenire anche nel caso di:

  • Gravidanza ectopica o extrauterina: quando l’ovocita fecondato si impianta in un luogo diverso dall’utero, nella maggior parte dei casi all’interno di una tuba. In questi casi, se non avviene spontaneamente è necessario intervenire immediatamente per arrestare lo sviluppo dell’ovulo impiantato, diversamente questa situazione potrebbe provocare gravi complicanze per la salute della madre
  • Gravidanza molare: è il risultato di un errore genetico durante la fecondazione che provoca la crescita di tessuti anomali nell’utero. La gravidanza molare comporta raramente lo sviluppo di un embrione, ma spesso provoca tutti i sintomi più comuni della gravidanza, compresa l’amenorrea, la positività ai test di gravidanza e la nausea

I sintomi che si presentano durante un aborto spontaneo

I sintomi che si presentano durante un aborto spontaneo
Sono molti i casi in cui un aborto spontaneo si verifica senza sintomi, ma generalmente esistono dei sintomi ricorrenti più o meno evidenti che devono mettere sull’avviso la donna incinta:

  • Mal di schiena di intensità da lieve a grave
  • Crampi mestruali
  • Dimagrimento
  • Muco di colore bianco rosato
  • Contrazioni dolorose ad intervalli di 5-20 minuti
  • Perdite marroni, di colore rosso vivo o di sangue coagulato
  • Diminuzione improvvisa dei segni di una gravidanza in atto

La diagnosi di un aborto spontaneo

La diagnosi di un aborto spontaneo
La diagnosi di aborto spontaneo viene effettuata grazie a visite ed esami:

  • Visita ginecologica
  • Ecografia
  • Test di gravidanza e dosaggio della beta HCG plasmatica

Cause e fattori di rischio che possono portare ad un aborto spontaneo

Cause e fattori di rischio che possono portare ad un aborto spontaneo
Le cause dell’aborto spontaneo sono diverse e legate a fattori di rischio:

  • Problemi ormonali, infezioni o malattie della madre
  • Stili di vita scorretti (fumo, droghe, alimentazione squilibrata, abuso di caffeina ed esposizione alle radiazioni o a sostanze tossiche
  • Problemi nell’impianto dell’ovulo nell’utero
  • Traumi a carico della madre
  • Età avanzata della madre. Nello specifico, le donne di età superiore ai 35 anni hanno il 15% circa di probabilità di abortire. Tra i 35 e i 45 anni la percentuale sale al 20-35%. Oltre i 45 anni la percentuale di aborti spontanei può arrivare fino al 50%

Isterosuzione o raschiamento dopo un aborto spontaneo

Come abbiamo visto, dopo un aborto spontaneo potrebbe rendersi necessario un intervento di raschiamento o di isterosuzione:

  • Raschiamento: il collo dell’utero viene dilatato per raschiare con un bisturi i residui di materiale abortivo. L’intervento ha una durata di 15 minuti e generalmente viene effettuato in anestesia totale in regime di day hospital
  • Isterosuzione: viene inserita una cannula che aspira i residui di materiale abortivo. L’intervento ha una durata di 5 minuti e generalmente viene effettuato in anestesia totale in regime di day hospital

E’ possibile che si renda necessario un intervento di isterosuzione seguito da quello di raschiamento.
Segnaliamo che in seguito ad un raschiamento o ad una isterosuzione la cavità uterina è pronta per accogliere una nuova gravidanza dopo circa 1 mese e che le probabilità di concepimento dopo un aborto a livello fisico sono uguali sia che vengano effettuati questi interventi che se non siano stati necessari.

Naturalmente per ogni dubbio affidatevi al vostro ginecologo di fiducia, soprattutto se doveste riscontrare i sintomi sopraelencati perchè solo un medico può consigliarvi su cosa fare se dovesse succedere e anche su come superare questo evento. Non esitate a recarvi al pronto soccorso per tutti gli accertamenti del caso se non riusciste a contattarlo.

Parole di Anna Franceschi