Abiti usati: come si riciclano?

Per disfarci degli abiti usati, tutte noi ricorriamo alla vendita on line, ai negozi che vendono usato, li regaliamo in beneficenza se sono ancora in buone condizioni e altre volte ancora li depositiamo nei famosi cassonetti gialli che si incontrano per strada, utilizzati per la raccolta differenziata di tessuti. Ma scopriamo come funzionano.

Abiti usati: come si riciclano?

Sarà capitato a tutti noi di ritrovarsi con abiti usati, che non ci stanno più, che sono fuori moda, che non ci piacciono, oppure di cui vogliamo disfarci per chissà quale motivo. Se in tante ricorrono alla vendita on line di questi capi, o rivolgendosi a negozi che vendono usato e quindi acquistano questo tipo di prodotti, moltissime preferiscono regalarli in beneficenza se sono ancora in buone condizioni. Spesso ci si rivolge direttamente a persone che reputiamo bisognose, in altri casi ad associazioni benefiche, altre ancora ai famosi cassonetti gialli che si incontrano per strada, utilizzati per la raccolta differenziata di tessuti. Ma scopriamo come funzionano.

Secondo le più recenti indagini statistiche, ogni anno una persona “consuma” in media circa 15/20 kg di materiale tessile tra indumenti, biancheria ed accessori vari.

 
Una buona parte di questo materiale si disperde attraverso l’usura, i lavaggi e il deterioramento, mentre la parte restante finisce insieme alla spazzatura e, pertanto, viene smaltita in discarica o negli inceneritori.

 
L’obiettivo della raccolta differenziata di indumenti è di recuperare, togliendo dallo smaltimento finale, circa 5.000 kg/anno di abiti dismessi ogni 3.000 abitanti serviti, cioè poco meno di 2 kg per abitante.
 
Questa massa di “rifiuti” che sembra quasi irrilevante, incide invece per almeno l’1% di tutta la spazzatura domestica prodotta, che moltiplicata per il numero di abitanti diventa una somma altissima, sottratta alle discariche.
 
Buona parte degli abiti raccolti vengono recuperati mediante reimmissione nel mercato dell’usato, mentre la parte restante viene destinata al recupero delle fibre tessili.
 
La rivendita, spesso nei paesi poveri o nei negozi vintage, di questi abiti, permette a questo genere di servizi di continuare a restare operativi, così come il riutilizzo di fibbre tessili, per un giro d’affari che alimenta le imprese.
 
L’ambiente si priva di depositi ulteriori in discarica e noi che ci disfiamo di ciò che non utilizziamo svuotandoci gli armadi.