Abbandonò la figlia neonata al gelo: condannata a 14 anni

Esclusa l'aggravante dei futili motivi, è stata concessa l'attenuante del parziale vizio di mente. L'imputata, oggi 24enne, aveva scelto il rito abbreviato.

Abbandonò la figlia neonata al gelo: condannata a 14 anni

Foto: Pixabay

Il Tribunale di Bari ha condannato a 14 anni di reclusione la donna che abbandonò la figlia appena nata sugli scogli a Monopoli, causandone il decesso. I fatti risalgono al febbraio 2017. L’imputata, Lidia Rubino, aveva scelto il rito abbreviato.

Lidia Rubino condannata a 14 anni

Lidia Rubino aveva 23 anni quando, secondo l’accusa, ha causato la morte della figlia appena nata.

Poco dopo il parto, l’aveva abbandonata tra gli scogli di una spiaggia di Monopoli, in località ‘Cala Monaci’. Era il 12 febbraio 2017, e il corpo della neonata fu ritrovato per caso 3 giorni dopo da una coppia di turisti.

La donna oggi ha 24 anni e ha affrontato un processo con rito abbreviato, al termine del quale è arrivata la condanna a 14 anni di carcere. Il Tribunale di Bari l’ha riconosciuta colpevole di omicidio volontario pluriaggravato.

Esclusa l’aggravante dei futili motivi, il giudice ha concesso un’ulteriore attenuante per il parziale vizio di mente.

Ad assistere l’imputata l’avvocato Nicola Miccolis. La donna ha trascorso 4 mesi in carcere, tra il marzo e il luglio 2017. Si trova ora in una comunità di recupero, agli arresti domiciliari.

Stabilita la seminfermità mentale

Su richiesta della difesa è stata sottoposta a perizia psichiatrica, disposta in sede di incidente probatorio. L’esito ha stabilito la seminfermità mentale della Rubino.

Quel giorno, secondo quanto emerso dagli accertamenti tossicologici, la giovane avrebbe avuto un tasso alcolemico superiore alla norma. Contestualmente, si sarebbe trovata in uno stato “dissociativo” tale da inficiarne la stabilità psichica.

Archiviata la posizione del compagno

L’autopsia sul corpo della neonata ha stabilito che la morte sarebbe subentrata nel volgere di poche ore.

A compromettere irreversibilmente le condizioni della piccola, nata sana, sarebbe stato il gelo di quella giornata di febbraio.

Titolare dell’inchiesta il pm di Bari, Giuseppe Dentamaro; le indagini sono state condotte dal Commissariato di Monopoli.

In una prima fase investigativa, un altro nome era stato iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di concorso in omicidio: si tratta del compagno della 24enne, la cui posizione è stata poi archiviata.

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Parole di Giovanna Tedde