Di Giovanna Tedde | 8 Febbraio 2018
Ha abbandonato il figlio in aeroporto, vicino al neonato una lettera con un disperato appello. L’episodio è accaduto il 14 gennaio scorso a Tucson, Arizona. Un dipendente dello scalo ha trovato il bambino nel bagno delle donne. Accanto a lui un biglietto con un appello disperato, scritto in prima persona come se a chiedere aiuto fosse il bimbo stesso: ‘Aiutatemi, per favore. Mia madre non sapeva di essere incinta’.
Neonato ritrovato nello scalo di Tucson
Il bambino, appena partorito e avvolto in alcuni panni, è stato ritrovato nel bagno delle donne nello scalo aeroportuale di Tucson. A fare la scoperta un dipendente, che ha subito allertato i soccorsi. Il piccolo sta bene, e si trova presso un ospedale locale.
L’episodio risale al 14 gennaio scorso, e da allora le autorità cercano di tracciare il profilo della madre, il cui volto è stato immortalato dal sistema di videosorveglianza.
Dalle immagini, in cui si vede una donna sui 20 anni con in braccio il neonato che di lì a poco avrebbe abbandonato, si cerca di risalire alla sua identità.
Il disperato appello in una lettera accanto al bambino
Il bambino è stato ritrovato in un fasciatoio. Nel bagno in cui è stato abbandonato, anche alcuni indumenti sporchi di sangue e fluidi corporei.
“Aiutatemi, per favore. Mia madre non aveva idea di essere incinta. È incapace e inadatta a prendersi cura di me. Per favore, portatemi dalle autorità in modo che possano trovarmi una buona casa. Voglio solo ciò che è meglio per lui, e il meglio non sono io. Per favore. Mi dispiace”: sono queste le parole scritte sul biglietto rinvenuto accanto al neonato.
La madre rischia l’incriminazione per abbandono di minore
A 20 giorni dall’accaduto, la polizia ha diffuso le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’aeroporto. La donna cammina lungo il corridoio, e si dirige in bagno con il neonato tra le braccia.
Lo Stato dell’Arizona prevede l’abbandono di un minore in luoghi ritenuti ‘rifugio sicuro’: significa che, ai genitori che non intendano prendersi cura del figlio per qualunque motivo, è concesso ‘accompagnarlo’ in determinate aree che si ritengono adatte a prestare la prima assistenza al neonato (ospedali, centri di adozione, polizia, vigili del fuoco, chiese).
I genitori possono preservare il proprio anonimato, a patto che forniscano risposte essenziali sul bambino, come lo stato di salute, ad esempio.
Il luogo in cui la misteriosa mamma ha lasciato il figlio a Tucson sfugge alla classificazione di ‘rifugio sicuro’, e rischia per questo l’incriminazione per il reato di abbandono di minore e messa in pericolo della sua incolumità.
Parole di Giovanna Tedde