Violenza sulle donne in Italia: cala il numero delle vittime, ma aumenta la gravità

L'ultima ricerca Istat sulla violenza contro le donne in Italia registra un calo delle vittime, ma aumenta la gravità dei casi.

Violenza sulle donne in Italia: cala il numero delle vittime, ma aumenta la gravità

L’ultima ricerca dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) commissionata dal Dipartimento delle Pari Opportunità sulla violenza contro le donne in Italia relativa al quinquennio 2009/2014 documenta un sensibile calo del numero delle vittime, anche se si registra un aumento della gravità dei casi di cronaca. Questa piaga della società contemporanea rappresenta purtroppo un fenomeno ancora molto attuale, ampio e diffuso.
Una donna su tre (circa 6 milioni e 788mila persone) ha subìto violenza fisica o sessuale almeno una volta nel corso della vita. La percentuale è il 31,5% delle donne italiane fra i 16 e i 70 anni. Il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% (un milione e 157mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652mila) e il tentato stupro (746mila).

Si registrano importanti segnali di miglioramento rispetto all’indagine precedente: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006 grazie soprattutto a una maggiore informazione, del lavoro sul campo ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.

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Non c’è una sostanziale differenza tra donne italiane e donne straniere per quanto riguarda le violenze sessuali e fisiche subìte anche se quella fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre, quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). In generale le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.

Le donne che subiscono più violenze fisiche o sessuali sono le separate e le divorziate. I casi più gravi di violenze vengono perpetrati dai partner attuali o ex compagni. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli sconosciuti sono nella maggior parte dei casi autori di molestie sessuali (76,8%). Le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Anche le violenze da parte dei non partner sono più gravi. Il 16,1% delle donne (3 milioni e 466mila) ha subìto stalking nel corso della vita. Nella metà dei casi dall’ex partner.

Sono invece in forte calo i casi di violenze psicologiche subìte dai partner attuali. Inoltre rispetto all’indagine precedente, le donne vittime di violenze sono più soddisfatte del lavoro svolto dalle forze dell’ordine.

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La referente giuridica della Casa dei Diritti del Comune di Milano e delle principali Onlus per la difesa di donne e minori, Alessia Sorgato, ha commentato la ricerca Istat dichiarando che la situazione generale è migliorata, ma non bisogna per nessun motivo abbassare la guardia anche perché gli stupri non diminuiscono e aumenta la gravità delle violenze inferte.

“Pare che tutte le violenze siano in calo (fisiche, sessuali, psicologiche, sociali ed economiche) soprattutto nelle fasce più giovani – ha spiegato Alessia Sorgato – Ne emerge una nuova consapevolezza relativa al disvalore delle condotte di maltrattamento, oggi finalmente considerate per quel che sono: un reato, non un disagio di coppia. Emerge anche un evidente riconoscimento dell’importanza fondamentale attribuita a centri antiviolenza, sportelli anti-stalking e forze dell’ordine, oggetto di attestazioni di stima e gratitudine”. Per poi aggiungere: “L’Istat dichiara che tale cambiamento è frutto della crescita di una coscienza femminile, che ha portato maggiore capacità di prevenire e contrastare il fenomeno, grazie all’informazione da parte dei media, delle associazioni e dei servizi pubblici, il tutto in un clima sociale di maggior condanna. Attualmente Polizia e Carabinieri hanno il dovere di informare la donna, sin dal primo approccio, non solo quando finalmente denuncia il suo aguzzino, su quali e quanti siano oggi i suoi diritti. Sapere subito che può accedere a strutture di supporto psicologico e disporre di un proprio legale di fiducia, anche con patrocinio gratuito, può dare quella carica necessaria per dire: Adesso basta!”.

La battaglia contro la violenza sulle donne deve proseguire senza soste e come sottolinea Alessia Sorgato bisogna continuare a fare informazione in modo corretto, promuovendo la cultura vincente della richiesta di aiuto e assistenza legale qualificata.