Parità salario uomo-donna: in Islanda la prima legge al mondo

In Islanda è diventata operativa la prima legge al mondo che regola la parità salariale tra uomo e donna. Approvata dal Parlamento, garantirà lo stesso trattamento economico agli uomini e alle donne a parità di ruolo svolto. L'Islanda, già in vetta alle classifiche per gender equality, si conferma il primo paese al mondo ad aver creato una legislazione volta ad abbattere la discriminazione salariale.

Parità salario uomo-donna: in Islanda la prima legge al mondo

Dalla piccola Islanda arriva una buona notizia: la prima legge al mondo che introduce l’obbligo della parità di salario tra uomo e donna. Con la nuova legge, ogni datore di lavoro, sia pubblico che privato, dovrà garantire lo stesso trattamento economico agli uomini e alle donne a parità di qualifica. L’Althingi, il parlamento islandese, ha così messo a segno un importante passo verso la gender equality. Il controllo della corretta applicazione legislativa è affidato a controlli della Lögreglan, la polizia islandese, della tributaria e se necessario perfino allo Squadrone vichingo, il reparto scelto delle forze dell’ordine.

La prima legge al mondo

Varata ieri dal Parlamento, la legge che regola la parità retributiva è entrata già in vigore e si avvarrà del controllo della polizia e del sistema fiscale: i datori di lavoro dovranno fornire periodicamente la documentazione sufficiente per ottenere la certificazione ufficiale.
Nonostante in molti paesi del Nord Europa, come la Svezia, il gap di stipendio è molto ridotto e si attuano politiche volte all’abbattimento della discriminazione sul lavoro, quella islandese è la prima legge al mondo.
Per Thorstein Viglundsson, il Ministro per gli affari sociali e l’uguaglianza, “Siamo decisi ad abbattere le ultime barriere retributive legate al gender in ogni posto di lavoro. La Storia ha mostrato che a volte se vuoi il progresso sei costretto a imporlo dall’alto contro chi vi si oppone”.

Dallo sciopero delle quote rosa alla gender equality salariale

Chi da anni in Islanda porta avanti la battaglia per abbattere le discriminazioni salariali è l’attivista Frida Ros Valdimarsdottir. E’ lei l’ideatrice dello sciopero rosa islandese: da anni guida la protesta delle donne in cui smettono contemporaneamente di lavorare per circa due ore e mezzo. Il tempo che era calcolato come l’equivalente della differenza retributiva a pari qualifica a vantaggio dei colleghi maschi ( in Francia invece venne calcolato che per recuperare il gap di stipendio dei colleghi maschi, alle lavoratrici servivano 38 giorni in più di lavoro ). E anche se come afferma l’attivista stessa “Il problema e la discriminazione esistono ancora”, è un enorme conquista, il primo esempio al mondo. Controlli e richiesta di certificazioni inizieranno l’anno prossimo, e verranno completate entro il 2022.

L’Islanda in vetta alle classifiche come gender equality

La piccola isola di 330mila abitanti già prima di questa legislazione era in vetta alle classifiche per i diritti sull’uguaglianza di genere. Primo paese al mondo ad avere un capo di Stato donna, in Islanda metà dei ministri sono donne, le leggi sulle quote rosa funzionano ed è infine la nazione ad avere un’altissima percentuale di talenti femminili nel mondo accademico e letterario. Per concludere, l’occupazione femminile è all’80%: 8 donne su 10 hanno un impiego retribuito.

Parole di Lavinia Sarchi