Justin Trudeau incontra il suo omonimo: è un bambino figlio di rifugiati siriani

Il premier canadese Justin Trudeau ha incontrato Justin Trudeau: non è uno scherzo ma la sintesi dell'abbraccio dolcissimo tra il primo ministro del Canada e un bambino di due mesi, figlio di rifugiati siriani che hanno deciso di chiamarlo così per ringraziare Trudeau dell'accoglienza ricevuta in Canada. Uno scatto che ha fatto il giro del mondo e rappresenta la grande sensibilità del primo ministro nordamericano.

Justin Trudeau incontra il suo omonimo: è un bambino figlio di rifugiati siriani

Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha incontrato il suo omonimo: è un bambino figlio di rifugiati siriani, talmente grati al premier per l’accoglienza ricevuta nel Paese nordamericano da decidere di chiamare il loro terzongenito come il tanto amato politico canadese. Il piccolo, nato a Calgary, ha due mesi e i suoi genitori sono fuggiti circa un anno fa da Damasco. Il nome per intero è Justin Trudeau Adam Bilan, e il premier lo ha stretto a sè in un tenerissimo abbraccio.

Justin Trudeau incontra il piccolo Justin Trudeau: il dolcissimo abbraccio

I genitori del piccolo Justin Trudeau Adam Bilan, nome scelto in onore del premier canadese, hanno voluto ringraziare in questo modo il Paese del Nord America che gli ha offerto ospitalità dopo la fuga da Damasco. Muhammad e Afraa Bilan hanno portato il loro bimbo, di appena due mesi, all’incontro con Justin Trudeau “senior”, e il primo ministro lo ha stretto a sè in un dolcissimo abbraccio.
Il padre e la madre del bambino sono arrivati in Canada nel febbraio del 2016, in fuga dalla Siria e dagli orrori della guerra. Arrivati ad Alberta, dopo poco tempo hanno scoperto di aspettare un figlio e subito la decisione curiosa che ha riempito di gioia il cuore del primo ministro.

Il premier Trudeau sensibile ai temi dell’accoglienza

Attualmente sono 40.081 i rifugiati In Canada, accolti stabilmente dal Paese che si è sempre mostrato aperto a politiche di integrazione e cooperazione internazionale. Complice, senza dubbio, anche l’elezione di Justin Trudeau, politico “illuminato” da un profondo ideale di giustizia sociale e umanitaria.
Dal 2015 il governo canadese ha adottato un maggiore impegno di risorse finanziarie per far fronte al bisogno crescente di formazione linguistica dei rifugiati, e sebbene permangano fisiologiche criticità, comuni ai grandi Paesi che accolgono migranti, la situazione sembra seguire un corso piuttosto positivo.

Justin Trudeau e sua moglie, Sophie Grégoire, non hanno mai fatto mistero della grande spinta ideale verso l’accoglienza, e hanno riscosso per questo notevole ammirazione da parte delle popolazioni più disagiate che chiedono un rifugio in territorio canadese. L’incontro tra il premier e il suo “baby omonimo” ha emozionato tutti, rendendo bene l’idea di quanto Trudeau sia vicino alle sofferenze e ai drammi umani di oggi.

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Il primo ministro canadese tra i più amati di sempre

Considerato dai fanatici della “Trudeaumania” un sex symbol, la sua bellezza sembra andare di pari passo con un grande cuore, che gli ha permesso di conquistare un bacino di consensi sempre più vasto nel popolo canadese.
Oltre che per la sua politica di collaborazione internazionale di ampio respiro, Justin Trudeau è famoso anche per i curiosi selfie da “imbucato d’onore”: non smette mai di stupire, e il Canada lo ha già indicato come uno dei migliori personaggi politici di sempre.

Parole di Giovanna Tedde