Il congedo mestruale arriva in Italia: la proposta di legge per chi soffre di dismenorrea

Il congedo mestruale oggetto della proposta di legge ora in discussione in Parlamento. Una grande novità per l'Italia, ma non siamo il primo Paese.

Il congedo mestruale arriva in Italia: la proposta di legge per chi soffre di dismenorrea

Il congedo mestruale arriva in Italia: è in discussione alla Camera la proposta di legge per chi soffre di dismenorrea, a firma delle deputate del Partito Democratico Romina Mura, Daniela Sbrollini, Maria Iacono e Simonetta Rubinato. Con questa novità legislativa le donne potranno godere di tre giorni di permesso al mese per i dolori causati dal ciclo mestruale. Non tutte potranno usufruire del congedo: sarà necessario produrre annualmente un certificato medico attestante la dismenorrea. Si tratta di un disturbo piuttosto noto nell’universo femminile, sinonimo di sintomi particolarmente “fastidiosi” per le donne: dolori addominali, nausea, vomito, malessere articolare, cefalea, umore nero. Un concentrato di sofferenza che colpisce mensilmente una percentuale altissima di donne, tra il 60 e il 90%.

Una legge dalle donne per le donne

Quella del congedo mestruale in Italia è una proposta di legge firmata dalle donne per le donne. Una necessità legislativa ormai impellente, considerata la diffusione della dismenorrea che costringe milioni di donne ad assentarsi dal proprio lavoro a causa dei forti dolori mestruali. Per alcune di loro non esiste una terapia efficace che possa alleviare alcuni dei sintomi più severi.
Come si potrà usufruire del permesso? Il certificato medico che attesta la dismenorrea è lo strumento fondamentale per godere del congedo.
La certificazione medica dovrà essere rinnovata annualmente entro il 31 dicembre e presentata al proprio datore di lavoro entro il successivo 30 gennaio.
Durante i tre giorni di congedo, le donne godranno del pagamento equivalente a quello di una normale giornata lavorativa, oltre che di una contribuzione piena. La proposta di legge prevede, infatti, l’assenza di detrazioni dallo stipendio; questo in quanto i giorni del congedo mestruale non possono essere equiparati ad altre cause di assenza, malattia compresa.

La discussione alla Camera, ma l’Italia non è la prima nazione ad approvare il congedo mestruale

Il nostro Paese non è certamente il primo a introdurre la formula del congedo mestruale nei rapporti lavorativi. Anzi, potrebbe dirsi che l’Italia è sempre stata una delle nazioni per cui questo traguardo era considerato un’utopia.
I Paesi asiatici hanno aperto la strada alla rivoluzione sociale e istituzionale in questa materia tutta femminile: “seirikyuuka” è il termine con cui in Giappone si indica il congedo mestruale, che esiste dal 1947, anno in cui le prime aziende adottarono la pratica.
Nel 1948 anche l’Indonesia ha seguito la scia nipponica.
Il 2001 è stato l’anno della Corea del Sud e nel 2013 il congedo mestruale è arrivato a Taiwan.
Persino grandi multinazionali come la Nike hanno inserito i permessi alle donne con dismenorrea nelle loro pratiche aziendali, con l’aggiornamento del codice di condotta nel 2007.

Parole di Giovanna Tedde