Le poesie sulla Shoah per i bambini

Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, istituita per non dimenticare mai gli orrori del nazismo e l'Olocausto. Ecco le poesie sulla Shoah da far conoscere ai bambini

Le poesie sulla Shoah per i bambini

Foto Shutterstock | Davor Flam - Scarpe sulla riva del Danubio, Monumento per le vittime dell'Olocausto

Il 27 gennaio è la “Giornata della memoria” per ricordare l’orrore della Shoah, l’Olocausto. Si è scelta proprio questa data perché il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata rossa buttarono giù i cancelli di ingresso al campo di sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia, scoperchiando quella che potremmo definire “la madre di tutte le stragi”.

Le poesie sulla Shoah per i bambini da leggere durante la Giornata della Memoria

candele commemorative
Foto Shutterstock | irisphoto1 – Candele commemorative

Le testimonianze di chi visse quell’inferno, l’abisso dei campi di concentramento e la deportazione, e che trovò il coraggio di parlarne, sono un prezioso ricordo, sebbene dolorosissimo, da preservare perché non accada mai più.

Ma come spiegare il Giorno della memoria ai più piccoli? Niente di meglio di un libro, di un cartone animato o delle poesie sulla Shoah per i bambini come quelle che riportiamo in questo articolo:

Leggerle insieme in famiglia o a scuola è un passo fondamentale per tramandare il ricordo e impedire che simili atrocità trovino nuova linfa nel mondo.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi)

Notte su Birkenau

Un’altra notte. Torvo, il cielo si chiude ancora
sul silenzio mortale volteggiando come un avvoltoio.
Simile ad una bestia acquattata, la luna cala sul campo —
pallida come un cadavere.
E come uno scudo abbandonato nella battaglia,
il blu Orione — fra le stelle perduto.
I trasporti ringhiano nell’oscurità
e fiammeggiano gli occhi del crematorio.
È umido, soffocante. Il sonno è una tomba.
Il mio respiro è un rantolo in gola.
Questo piede di piombo che m’opprime il petto
è il silenzio di tre milioni di morti.
Notte, notte senza fine. Nessuna alba.
I miei occhi sono avvelenati dal sonno.
La nebbia cala su Birkenau,
come il giudizio divino sul cadavere della terra.

(Tadeusz Borowski, deportato ad Auschwitz)

Un paio di scarpette rosse

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

(Joyce Lussu)

Aprile

Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice

(Anna Frank)

Parole di Giovanna Tedde