Donne e lavoro: l'agricoltura è sempre più rosa

Dagli ultimi dati di una ricerca Flai Cgil, le donne in agricoltura sono sempre di più. Soprattutto nel Mezzogiorno, il settore agroalimentare offre molte possibilità lavorative.

Donne e lavoro: l’agricoltura è sempre più rosa

Ultimamente le news a proposito di donne e di lavoro nel nostro Paese sono a dir poco raggelanti. Secondo gli ultimi (allarmanti), dati del rapporto Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno), la disoccupazione “reale” nel Sud Italia ha raggiunto la percentuale record del 25%. Al Nord le cose vanno meglio, ma il tasso ha comunque superato la soglia (anche psicologica) del 10%. Va da sé che le più penalizzate sono proprio le donne. Una forza lavoro inerte: menti, mani e braccia che non possono, pur volendolo, contribuire al benessere e alla crescita del Paese, e tantomeno al benessere e alla crescita propri. Tuttavia, in questo gorgo nero, esistono delle sponde illuminate. Ad esempio, sapevate che il mondo dell’agricoltura è sempre più al femminile? Del resto, il green si sposa alla perfezione con il rosa, giusto?

Ebbene, sempre più donne, su e giù per lo Stivale, si stanno dedicando ad attività agricole, e i numeri dicono che lo fanno davvero molto bene. Non parliamo solo di produzione ortofrutticola, ma anche enologica, lattiero-casearia, di allevamento. Senza dimenticare, naturalmente la sempre crescente fetta dell’agricoltura biologica, anche di nicchia , ma di qualità. Di quelle che ci rendono orgogliosi, che ci fanno restare leader sui mercati gastronomici europei, e qualche volta anche mondiali. E’ davvero interessante, anzi, diremmo quasi confortante, leggere le cifre prodotte da una ricerca del 2011 condotta dalla Flai Cgil.

Pensate che a fronte di una caduta occupazionale generalizzata in quasi tutti i settori, l’impiego di forza lavoro femminile in ambito agricolo è sempre in aumento. In tutto parliamo di circa 650mila donne che svolgono una qualche professione nel settore dell’agroalimentare, ovvero il 36% del totale. L’avreste immaginato? La regione italiana in cui si conta il maggior numero di donne “agricoltrici” (in senso lato), è la Puglia (113mila), seguita dalla Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata. Inoltre, sorpresa delle sorprese, in queste ultime 4 regioni la componente femminile impiegata nel settore agricolo super a quella maschile!

Ma non crediate che solo il Mezzogiorno offra possibilità lavorative nel campo agroalimentare alle sue donne, anche al Centro-Nord le cose vanno piuttosto bene. Domina questa speciale classifica, come è naturale vista la grande vocazione agricola della regione, l’Emilia Romagna (39mila donne impiegate nel settore), seguita dal Veneto, mentre ben si posizionano anche Lazio e Toscana (entrambe con 12mila lavoratrici agricole). Insomma, bei numeri, che vengono ulteriormente sondati in questi giorni a Torino, in occasione dell’annuale Salone del Gusto e Terra Madre organizzato da Slow Food (25-29 settembre 2012).

Occasione d’oro per parlare di “buona” agricoltura, di specificità gastronomiche, di vini e di oli, di formaggi e di salumi dal marchio DOP e DOCG. L’agricoltura è dunque sempre più donna, del resto, cosa c’è di più vicino alla natura femminile, dell’atto di produrre vita dalla terra, di far germogliare, crescere, nutrire? Ci piace pensare ad un mondo sempre più green, eco-attento, che produca non più di quello che sia necessario per vivere, e che ponga la giusta attenzione alla qualità di ciò che poi finirà sulle nostre tavole. Pensiamo che il futuro, in questo caso, debba guardare al passato, ma con le tecnologie e la consapevolezza del presente.

Parole di Paola Perria