Diventare mamme con la fecondazione assistita

Diventare mamme con la fecondazione assistita è una pratica sempre più comune, vediamo insieme come procedere se non si riesce a concepire naturalmente.

Diventare mamme con la fecondazione assistita

La fecondazione assistita per molte donne è l’unica possibilità per diventare mamme. L’infertilità è una condizione che oggi affligge un elevato numero di coppie che sono costrette a farsi aiutare per mettere al mondo un bambino. Innanzitutto occorre precisare che ci sono differenze tra il termine procreazione medicalmente assistita, che si riferisce a tutte le tecniche che si possono utilizzare e cioè quelle chirurgiche, ormonali, farmacologiche o altre. La fecondazione assistita invece si riferisce alla fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo. Vediamo insieme i tipi di fecondazione assistite, le analisti, i costi e la legislatura italiana.

Perché ricorrere alla fecondazione in vitro?

Quando dopo un anno di tentativi una coppia non riesce a raggiungere la gravidanza vuol dire che è il momento di capire perché e cosa non va. Il medico prescrive delle analisi, in primis lo spermiogramma per l’uomo che sarebbe la valutazione della qualità dello sperma e poi la conta ovarica per le donne per capire quanti ovuli ci sono a disposizione. In genere in base dei risultati di questi test, e di altre analisi specifiche, si decide il percorso da seguire. Nei casi più semplici si fanno delle stimolazioni ormonali in modo da aiutare la fecondazione naturalmente, poi si può proseguire con le tecniche inseminazione intrauterina (IUI) e inseminazione intratubarica (ITI) poi si passa alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita di II livello e cioè la FIVET e la ICSI.

FIVET

La Fivet (Fecondazione In Vitro ed Embryo Transfer) è la fecondazione dell’ovocita al di fuori del corpo della donna, la fecondazione avviene spontaneamente senza che il medico inietti lo spermatozoo dell’ovocita. Le tappe sono quattro: induzione dell’ovulazione, prelievo degli ovociti, fecondazione in vitro e transfert embrionario. Da qui la gravidanza, se l’embrione attecchisce e va a buon fine, procede normalmente.

ICSI

La ICSI si effettua nei casi in cui la FIVET non ha funzionato o nei casi di immobilità spermatica o sperma crioconservato, ovociti scongelati, ridotto numero di ovociti ecc. Le prime fasi della ICSI sono uguali alla FIVET e cioè stimolazioni, monitoraggi, prelievi ormonali, poi si fa il prelievo degli ovuli, in questo caso però la fecondazione non avviene spontaneamente, lo spermatozoo viene inserito nell’uovo dal biologo con una siringa in modo da far formare l’embrione.

Coltura delle blastocisti

Nei casi in cui dopo ripetuti cicli di FIVET e ICSI non si riesce ad avere la gravidanza si può ricorrere alla coltura delle blastocisti. In pratica l’embrione viene impiantato al 5°- 6° giorno, quando ha raggiunto lo stadio di blastocisti, questo consente una migliore potenzialità di impianto, ovviamente impiantandone due aumenta notevolmente il tasso di gravidanze multiple. In questo caso le percentuali si aggirano al 50% di successo per tentativo. Il problema è che in Italia c’è il limite della fecondazione a tre ovociti, e generalmente solo il 25% degli embrioni in buone condizioni il secondo giorno, arrivano ad essere delle buone blastocisti in cultura. Paradossalmente questa tecnica conviene poco in Italia e molto di più all’Estero dove si può lavorare su più embrioni.

La legislatura italiana

La fecondazione assistita in Italia è molto “limitata”, non è consentita la fecondazione eterologa (con ovuli o sperma esterni alla coppia), la commercializzazione di embrioni (sia ovuli che sperma) e la maternità surrogata, tanto amata dalle dive di Hollywood, sono diventate mamme con questa tecnica Sarah Jessica Parker e Nicole Kidman. Questo vuol dire che le coppie gay non possono avere figli, ma neanche le coppie con patologie geneticamente trasmissibili, questo mette la parola fine ai sogni di famiglia di tante coppie. Queste restrizioni, tra cui anche il limite a tre ovociti, hanno promosso il fenomeno del turismo riproduttivo, molte coppie tentano la fortuna in Spagna o a Bruxelles, ma anche molte donne single o lesbiche.

I costi

I costi della fecondazione assistita sono abbastanza elevati e variano in base al centro, normalmente negli ospedali si paga il ticket ma i tempi di attesa sono molto lunghi (superiori ad un anno), nei centri privati invece le liste sono più corte ma il prezzo è più alto. Si parla di cifre che vanno dai 2.500 euro per la Fivet (escluse tutte le analisi da fare prima) e di 3000 euro per la ICSI. Il problema è che queste tecniche hanno percentuali di successo che si aggirano intorno al 30% (a voler essere ottimisti) sotto i 38 anni, al di sopra dei 39 anni tale percentuale si riduce, ciò vuol dire che a volte si devono fare parecchi tentativi prima di beccare la cicogna. Molti centri approfittano delle donne che vogliono un bambino a tutti i costi e offrono percentuali di successo che si discostano molto dalla realtà, ovvero dalla vera probabilità detta “bimbo in braccio”. Chiedete sempre percentuali precise, almeno scorporate per età della paziente e, preferibilmente, anche per tipo di patologia, tecnica di utilizzata ecc. E’ stato stimato che in 4 cicli, generalmente, la maggior parte delle donne riesce ad avere il proprio bambino. Se dopo ripetuti cicli non riuscite ad avere il vostro bambino, potete sempre puntare sull’adozione che non deve essere vissuta come un ripiego, ma come una grande possibilità di dare e ricevere amore da un bambino che comunque era già nel vostro destino.

Parole di Serena Vasta