Bambini e apprendimento: il DNA conta più della scuola

Uno studio anglo-americano ha scoperto che la capacità di apprendimento nei bambini è qualità genetica. Il DNA conta per il 50%, contro il 38% della scuola e il 12% dell'ambiente.

Bambini e apprendimento: il DNA conta più della scuola

I pregiudizi a proposito delle capacità di apprendimento dei bambini sono tanti. Si tende ad attribuire gran parte delle colpe di un rendimento scolastico poco brillante a cause esterne e cattive abitudini. Soprattutto le “distrazioni” tecnologiche – come Internet, videogames, cellulari, televisione ecc. – sono spesso sotto processo perchè avrebbero il potere di inibire la capacità di concentrazione di bimbi e adolescenti. E’ sicuramente vero che se il tempo che un alunno dedica allo studio è compresso tra attività di tutt’altro genere che comunque gli sottraggono energia e prontezza, il suo rendimento in classe ne risentirà.

Come è comprovato che molte difficoltà e ritardi nell’apprendimento hanno a che vedere con problemi di altra natura, magari al rapporto conflittuale con gli insegnanti, o a una sensibilità specifica del bambino, che non sempre viene compresa e valorizzata. Però, però… diciamocela tutta, sono tutte concause che hanno un gusto consolatorio. Cari genitori, l’amara verità è una sola: intelligenti si nasce. Insomma, nel DNA di vostro figlio (che ha ereditato da voi, naturalmente, ma c’è anche del suo) c’è scritto non solo il colore degli occhi, o quanto diventerà alto, ma anche e sue attitudini intellettuali.
 
Uno studio combinato anglo-americano, portato avanti da ricercatori delle Università di Londra e di Albuquerque e pubblicato su PLOSone su un campione di 4 mila scolari gemelli, ha scoperto che la predisposizione genetica all’apprendimento intellettivo incide per il 50%, contro il 38% dell’istruzione scolastica (!!) e appena il 12% dell’ambiente. E non è finita qui. Un’altra ricerca britannica che ha seguito 6 mila bambini dall’infanzia all’età adulta (30 anni), ha evidenziato come, percentualmente, i “secchioni” stessero assai meglio, in salute, dei coetanei più “stupidelli”.
 
Il motivo è che le persone più intelligenti e razionali seguono stili di vita più salutari, bevono e fumano di meno, consumano cibo più sano, sono più consapevoli e attenti al proprio benessere. Comunque, per quel poco che vale il mio parere, io penso che di “picchi” di genio, in giro ce ne siano pochi, che la stragrande maggioranza di noi veleggi in una tranquilla aurea mediocritas, e che ci si possa elevare intellettualmente solo lavorando con molta umiltà, studiando e informandoci senza sosta. Ammesso, e non concesso, che nella società dell’immagine questo tipo di impegno interessi a qualcuno (io credo di sì, tutto sommato).

Parole di Paola Perria