Attentato Berlino, la testimonianza di Arianna che vive nella capitale tedesca: “Prima o poi sarebbe successo"

Berlino a lutto il giorno dopo la strage in cui un camion si è scagliato contro la folla al mercatino di Natale di Breitscheidplatz causando 12 vittime e 48 feriti gravi. L’arrestato è un migrante pakistano di 23 anni che sarebbe entrato in Germania, seguendo la rotta balcanica, lo scorso febbraio come richiedente asilo. Qui la testimonianza di Arianna, 29enne toscana che da tre anni vive a Berlino. La sensazione è che "prima o poi sarebbe successo, come a Nizza, come a Parigi". Nonostante il lutto e lo shock, l'esortazione è di andare avanti, non cedere alla paura.

15
Attentato a Berlino: tir sulla folla ai mercatini di Natale

Berlino è sotto shock e a lutto dopo la strage di ieri sera, quando un camion killer ha sfondato il mercatino di Natale a nei pressi della Kurfuerstendamm, vicino alla chiesa intitolata al Kaiser Guglielmo, nella zona più commerciale della parte occidentale della città. Il bilancio è di 12 morti e 48 feriti, molti dei quali in gravi condizioni. Intanto arriva la conferma che quello di ieri sera è stato un attentato. L’arrestato è un migrante pakistano di 23 anni che sarebbe entrato in Germania, seguendo la rotta balcanica, lo scorso febbraio come richiedente asilo.
Questa mattina è stato aperto un registro delle condoglianze nella Gedächtniskirche, la Chiesa del Ricordo, sulla Breitscheidplatz dove si trova il mercatino di Natale.
Noi di Pourfemme.it abbiamo raccolto la testimonianza di Arianna, italiana che vive nella capitale tedesca.

Arianna, toscana che vive a Berlino: ‘volevo andare al mercatino nei prossimi giorni’

Arianna è una ragazza toscana di 29 anni che ormai da 3 è residente a Berlino, città che ha scelto per motivi di lavoro.
Al momento dell’attentato, alle 20.15, si trovava nella parte est della città a festeggiare un compleanno. E’ venuta a sapere della strage dagli invitati alla festa. Aveva notato una grande apprensione e telefoni che squillavano di continuo. Gli invitati erano per la maggior parte stranieri che vivono in Germania: erano le famiglie che stavano chiamando dopo aver appreso la notizia al Tg.

LEGGI GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SULL’ATTENTATO DI BERLINO

Pochi attimi per realizzare e si è subito messa in contatto con la famiglia: “Ho trovato tantissime chiamate sul cellulare dall’Italia e quindi ho avvertito tutti che stavo bene. Ho chiamato anche altri amici che vivono qua e il mio fidanzato, che ieri era fuori per un meeting di lavoro. Per fortuna stavano tutti bene”. “Mi sono molto impaurita e ho deciso di andare a casa. Ho preferito prendere mezzi via terra evitando la metropolitana: una scena surreale, nonostante la distanza da Breitscheidplatz sentivo un continuo via vai di sirene spiegate della polizia. Non vedevo l’ora di essere al sicuro dentro la mia casa”.
“Nel tragitto ho pensato che potevo esserci io: frequento i mercatini di natale e quello a Charlottenburg è uno dei più belli, dei più famosi e più turistici. Sarei voluta andare proprio nei prossimi giorni e pensare che lunedì scorso ero proprio ad uno dei tanti che si trovano nella città…beh ti fa rabbrividire”.

L’ATTENTATO DI BERLINO COME LA STRAGE DI NIZZA: CAMION SULLA FOLLA

Il giorno dopo: dal capo ufficio l’incoraggiamento ad andare avanti

Nell’ufficio dove Arianna lavora, stamani il capo ha subito convocato un meeting coi dipendenti. “Ci ha rassicurati, ha ripetuto più volte di non farsi prendere dal panico, perché purtroppo è una situazione con cui dobbiamo imparare a convivere. Il sentimento, non solo qui a lavoro, ma parlando con le persone è quello di continuare con la propria vita, senza piegarsi alla paura. Il capo ha altresì fornito tutti i numeri necessari da contattare in caso di bisogno. Insomma una situazione che potremmo definire super efficiente: niente panico, niente terrore, ma solo l’esortazione ad andare avanti“. Anche il governo in questo senso ha detto che non verranno sospesi altri mercati di Natale, nonostante la massima allerta in tutto il paese. E la stessa dichiarazione della Merkel conferma questa linea: “Il responsabile è un profugo, ma andiamo avanti con l’integrazione“.

Arianna Berlino facebook
“I vari colleghi- continua Arianna- già ieri sera scrivevano sulla chat aziendale per sincerarsi che tutti stessero bene. In situazioni di paura come queste, vuoi solo la certezza che le persone a te vicine e i loro conoscenti, non si trovino nel luogo del triste evento. E’ un sollievo di cui hai bisogno in queste circostanze. Infatti molti incoraggiavano ad utilizzare Facebook come mezzo per far sapere a familiari e amici di essere sani e salvi, altri ancora fornivano tutti i numeri necessari da contattare in caso di bisogno”.

“Prima o poi sarebbe successo anche a Berlino”

Arianna racconta anche che il sentore generale delle persone a Berlino è quello che sapevano che “prima o poi sarebbe successo qualcosa. Come a Parigi, come a Nizza, come a Bruxelles o l’ultimo attentato a Dacca dove anche 9 italiani sono stati uccisi”.
“Di una cosa però ho paura: nonostante l’attentato di ieri sia una cosa, ahimè, diciamo prevedibile , sento che non c’è la dovuta allerta. Ieri il testimone di Breitscheidplatz ha parlato di mancanza di protezione intorno al mercatino e il mio timore sono proprio gli scarsi controlli. In metropolitana per esempio non ci sono né tornelli, né metal detector: sarebbe veramente facile mettere una bomba. Basti pensare a quello che è successo alla ragazza spinta dalle scale il cui video ha fatto il giro del mondo o alla tragica morte qualche mese fa, sempre a Berlino, della povera ragazza spinta sui binari da un pazzo poco prima l’arrivo del treno. Ecco, se c’è una cosa che vorrei chiedere al meraviglioso paese che mi ospita è questa: più sicurezza, più controlli ovunque, specialmente nelle zone molto frequentate”.

“Non vedo l’ora di riabbracciare i miei cari: in questo clima si apprezza ancor di più”

“Adesso voglio solo togliermi di dosso la sensazione tristissima di quello che sta succedendo nel mondo: un’atmosfera natalizia macchiata dal sangue delle vittime innocenti di Berlino e della Siria. Ora cerco di pensare solo al mio rientro per le vacanze natalizie in Italia dove potrò finalmente abbracciare i miei cari che ho sentito davvero molto preoccupati nelle ultime ore e far tirare loro un sospiro di sollievo vedendomi sana e salva: un semplice abbraccio che nell’incertezza di adesso apprezzo ancor di più”.

Parole di Lavinia Sarchi