Restyling per l'Università di Oxford: cercasi ritratti di icone femministe, gay e della comunità nera

L'Università di Oxford rinnova i suoi edifici: via alcuni ritratti rappresentanti l'élite bianca per lasciare spazio a quelli di femministe, neri e gay. Dopo l'accusa di razzismo da parte di un laburista l'Università ha deciso che tutti devono sentirsi rappresentati ed avere modelli di riferimento. Il primo ritratto è quello di Libby Lane, la prima donna vescovo della Chiesa anglicana.

Restyling per l’Università di Oxford: cercasi ritratti di icone femministe, gay e della comunità nera

Una storica operazione di rinnovamento nel tempio accademico più prestigioso al mondo: l’Università di Oxford rinnoverà il suo stile cambiando i ritratti storici appartenenti alla élite inglese con quelli del mondo femminile, nero e omosessuale.
L’università di Oxford, insieme alla rivale Cambridge, è sicuramente una delle più prestigiose al mondo, nonché tra le più antiche del Regno Unito. Di sicuro è anche una istituzione molto conservatrice, dove possono accedere solo studenti più che meritevoli e da dove sono uscite personalità di rilievo come primi ministri, politici e scienziati. I 18 college che formano l’Università sono vere e proprie piccole comunità dove gli studenti svolgeranno la loro vita accademica e sociale: lì studieranno, riceveranno vitto e alloggio e faranno attività, sia di tipo accademico che sociale. Diventa importante quindi avere dei modelli all’interno che possono essere rappresentativi per tutti.
Nel 2013 un deputato laburista accusò l’Università di Oxford di razzismo, in quanto notava una certa difficoltà degli studenti neri a raggiungere risultati alti come i colleghi bianchi. Ecco allora che uno di questi college, il Wadham College, ha voluto rompere ogni pregiudizio riempiendo i propri sontuosi corridoi di ritratti di icone femminili, neri e gay. Affinchè tutta al comunità potesse sentirsi rappresentata. Affinché tutti gli studenti, di qualsiasi etnia, religione ed orientamento sessuale potesse avere un modello di riferimento. E ora ha contagiato tutti i college di Oxford.
Bishop Libby Lane first year

Il primo ritratto ad essere posto è stato quello di Libby Lane: la prima donna vescovo della Chiesa anglicana, ma altri adornano già le pareti del Wadham. Troviamo per esempio i ritratti delle due giornaliste e scrittrici femministe Amelia Gentleman e Hari Kunzru, che può essere un’ottima occasione per approfondire lo studio sull’operato di queste persone. Anche perché donne coraggiose, che hanno raccontato attraverso la loro penna l’emancipazione femminile e i pregiudizi ancora dilaganti di cui è vittima la donna.
Chi se la sente potrà partecipare a questa operazione di rinnovamento: l’Università pagherà ogni ritratto con 900 sterline; l’obbligo è di rappresentare personalità femminili di rilievo, della comunità nera e quella omosessuale. Tra i ritratti commissionati quello di Dame Fiona Caldicott, psichiatra, psicoterapeuta e prima donna a presiedere il Royal College of Psychiatrists, dello scrittore indiano Ved Mehta (nato nel 1934), che perse la vista da bambino, Lucy Banda Sichone (1954-1998), attivista per i diritti umani.

GUARDA LE DONNE CHE HANNO LOTTATO PER I LORO DIRITTI

Ma per ritratti che arrivano ci sono quelli che vanno. Il movimento studentesco dei neri chiede già da tempo che venga rimossa la placca commemorativa di Cecil Rhodes: l’imperialista britannico che colonizzò parte dell’Africa convinto che fosse una terra da sfruttare e sottomettere in nome della supremazia razziale inglese.
Una bella iniziativa, di rinnovamento e soprattutto di apertura, che veicolerà agli studenti un messaggio importante sempre davanti ai loro occhi: chiunque può avere un posto importante nella storia.

Parole di Lavinia Sarchi