Aborto volontario sempre più difficile, aumentano i medici obiettori di coscienza

Aborto volontario sempre più difficile e ricco di ostacoli perchè sono in continuo aumento i medici obiettori di coscienza che non praticano l'aborto, soprattutto ginecologi e anestesisti.

Aborto volontario sempre più difficile, aumentano i medici obiettori di coscienza

L’interruzione volontaria di gravidanza o aborto volontario consiste nell’interruzione dello sviluppo dell’embrione o del feto e nella sua rimozione dall’utero della gestante. L’aborto per moltissimi anni è stato illegale e veniva praticato in segreto da alcune infermiere, soprattutto in tempi di guerra quando c’era molta povertà. L’aborto è regolato dalla legge ma poi i medici, ginecologi e anestesisti, possono scegliere se praticare questo intervento oppure no. Negli ultimi anni in Italia sono aumentati a dismisura i medici obiettori di coscienza.

I ginecologi obiettori di coscienza sono in continuo aumento, dalle ultime stime si supera addirittura l’85% in Basilicata, Molise e Campania. Lo stesso fenomeno si è notato per gli anestesisti 75% in Molise e in Campania e 78,1% in Sicilia, un po’ meno in Toscana e in Valle d’Aosta dove gli obiettori sono rispettivamente il 27,7% e il 26,3%. Questo fenomeno è un fatto abbastanza preoccupante perché ogni donna ha il diritto di abortire e di certo non è mai una scelta che si fa a cuor leggero, se i medici sono così pochi aumentano i disagi e anche il senso di colpa che, irrimediabilmente, accompagna questa esperienza.

In linea generale il numero degli aborti è rimasto sempre costante ma è stato notato che una donna su tre che interrompe la gravidanza è straniera. Inoltre sono aumentate le interruzioni di gravidanza con la pillola Ru486, usata da moltissime donne a prescindere dall’età e dall’estrazione sociale. La pillola Ru486 è un farmaco a a base di mifepristone che interrompe la gravidanza chimicamente e non da problemi nel 96% dei casi, ma anche in questo caso i medici possono decidere di non prescriverla. Nelle Marche ad esempio, la pillola Ru486 non è stata approvata e quindi non è commercializzata, è l’unica regione italiana in cui non la si può trovare.

L’aborto non andrebbe giudicato e quindi non si dovrebbe giudicare neanche chi sceglie di non praticarlo per questioni etiche personali, però purtroppo c’è anche da dire che le realtà in cui si vive non sono sempre tutte uguali e se in una città i medici che praticano l’aborto sono pochi o addirittura non ci sono, non è neanche molto etico. Pensate una ragazza che deve abortire e non trova un medico, è estremamente triste una situazione del genere nel 2012.

Nell’ultimo anno il tasso di aborto è calato del 5,6%, nel 2011 si sono registrate in Italia 109.538 interruzioni volontarie di gravidanza, l’anno prima nel 2010, erano state 115.981. Ovvio che la contraccezione è essenziale e le gravidanze indesiderate andrebbero evitate a priori, dato che i modi ci sono, è anche vero che l’aborto rientra tra i diritti delle donne.

Voi cosa ne pensate? E’ accettabile che in una regione l’85% dei ginecologi sia obiettore di coscienza?

Parole di Serena Vasta